In guerra con Zaia, Andrea Crisanti si sposta a Roma (voluto da Speranza e Zingaretti)
di Carlo Tecce
Il metodo Veneto contro la pandemia non esiste più. E il professore Andrea Crisanti, che ne fu l’inventore, lascia pure la regione governata dal leghista Luca Zaia e il dipartimento di microbiologia e virologia che dirige all’Università di Padova.
Il professore si trasferisce allo “Spallanzani”, il centro nazionale per le malattie infettive di Roma, struttura d’eccellenza per la regione Lazio, riconosciuto come istituto di ricovero e cura a carattere scientifico e perciò finanziato dal ministero per la Salute. Crisanti ha permesso al Veneto, dove si è sviluppato il focolaio di Vo’ Euganeo, di contenere la prima fase della pandemia con un utilizzo massiccio di tamponi per scovare gli asintomatici, i super diffusori che, per un lungo periodo, hanno consentito al Covid 19 di circolare indisturbato.
Nel laboratorio di Padova, già a febbraio, si analizzavano mille tamponi al giorno, mentre nel resto d’Italia mancavano i reagenti e si interveniva con ritardo sui malati. I successi del Veneto erano i successi di Crisanti. Finché Zaia non si è immerso nella campagna elettorale e si è intestato virtù politiche e pure scientifiche . Crisanti non ha cambiato mai idea, ha professato attenzione e prevenzione anche durante l’estate delle illusioni con la politica che danzava sulla fragile riapertura e i virologici si dividevano in squadre fra ottimisti e pessimisti, apocalittici e integrati, discoteche sì e discoteche no. I fatti danno ragione al professore di Padova.
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