Un Paese sospeso aspettando il lockdown. Se non si può evitare, facciamolo subito
Conte è comprensibilmente stretto tra tante esigenze e spinte contrapposte, di gente che gli suggerisce che cosa fare pensando di avere ragione. Nel vertice di ieri sera a Palazzo Chigi non si è parlato di altro, senza che per il momento si sia arrivati a una decisione definitiva. I grandi alleati del premier sono Francia e Germania, perché male che gli vada Conte potrà dire di aver imitato Merkel e Macron. Un paragone che potrebbe però anche rivoltarsi contro l’Italia, a marzo modello per gli altri stavolta a ruota dei cugini più grandi. Secondo molti osservatori, Francia e Germania stavolta hanno avuto la prontezza di prendere una decisione chiara, se pure in forma più light che in primavera, e proprio per questo sperano di anticipare i tempi. L’Italia al momento sta solo minacciando a pezzetti quello che gli altri hanno varato.
Una minaccia figlia della paura di scontentare troppa gente, ma che paradossalmente rischia di costare cara. La soluzione che filtra potrebbe essere all’italiana: nessun lockdown nazionale, ma solo serrate locali, regionali. Saranno in sostanza i governatori chiamati a fare il lavoro sporco, a prendersi la responsabilità di abbassare le saracinesche alla vita civile. Un segno di incertezza e confusione. Può darsi infatti che il lockdown serva o non serva, sia sopportabile o no, e in fin dei conti non esiste la risposta definitiva: certo che questo lockdown bianco, questa serrata che c’è ma non si vede più che inutile è dannosa.
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