Covid, mezza Italia fuori controllo ma la chiusura slitta. Conte: «Eventuale lockdown solo il 9 novembre»
di Mauro Evangelisti e Alberto Gentili
Gli ospedali si stanno riempendo di pazienti Covid, il sistema è a rischio. Il dato dei nuovi casi positivi sfonda un altro traguardo psicologico, 30.000, la percentuale sui tamponi eseguiti è ben al di sopra del 10 per cento ed è un campanello d’allarme. L’Rt (l’indice di trasmissione che misura la velocità dell’epidemia e che dovrebbe restare sotto a 1) è peggio del previsto, oscilla tra un minimo di 1,49 e un dato medio di 1,7. Tutte le Regioni sono sopra a 1, addirittura Lombardia e Piemonte sono rispettivamente a 2,16 e 2,09, Bolzano a 1,96, il Molise a 1,86, la Valle d’Aosta a 1,89. Più distante il Lazio a 1,51. Secondo la cabina di regia del Ministero della Salute e dell’Istituto superiore di sanità, che ha presentato il nuovo report settimanale, sono 11 le Regioni ad alto rischio di trasmissione non controllata.
Scenario 4, ecco tutte le misure (lockdown compreso) che possono scattare subito
E tornando alla situazione di ieri, in un giorno ci sono stati altri 95 posti occupati in terapia intensiva (totale 1.746). Sempre secondo il report, «questa settimana per la prima volta è stato segnalato il superamento in alcuni territori della soglia critica di occupazione dei posti letto in area medica (40 per cento)». Eppure, in questo scenario molto preoccupante, vi sono alcuni timidissimi segnali che spingono a frenare la decisione che porta a un lockdown immediato. In primis, i dati del report settimanale ancora non registrano l’effetto dell’ultima stretta del Dpcm di sabato scorso. Inoltre, i dati sulle 24 ore di ieri sono molto brutti, ma non quanto ci si potesse aspettare: una settimana fa il numero dei casi positivi raddoppiava costantemente, da due o tre giorni l’incremento è attorno al 60-70 per cento. Per capirci, prendendo come riferimento sempre i venerdì: 9 ottobre 5.372 nuovi casi positivi, 16 ottobre 10.010 (quasi il doppio dunque), 23 ottobre 19.143 (poco meno del doppio di sette giorni prima). Oggi ci si poteva aspettare almeno 36-37mila casi, sono stati invece 31.084: tantissimi, ma meno dello scenario peggiore.
Anche i morti sono molti – 199 – ma comunque non c’è un incremento che viaggia in proporzione al numero di casi, anche se va sempre ricordato che prima aumentano i positivi, poi i ricoveri, infine i decessi.
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