Zone rosse, saranno i governatori a decidere. Nel nuovo Dpcm in arrivo no agli spostamenti tra le regioni
di Monica Guerzoni e Fiorenza Sarzanini
«Zone rosse» nelle aree dove l’Rt (l’indice di trasmissione) supera l’1,5, divieto di spostamento tra le Regioni, chiusura dei centri commerciali nel fine settimana, limitazioni per le altre attività commerciali, coprifuoco anticipato. Il governo accelera sulla stretta per provare ad evitare il lockdown nazionale. E mette a punto nuove regole e divieti da inserire in un Dpcm che potrebbe essere firmato tra lunedì sera e martedì. Anche il Comitato tecnico scientifico — convocato d’urgenza sabato pomeriggio — ritiene che non ci siano al momento le condizioni per bloccare l’Italia come avvenuto a marzo, né di fermare l’attività di intere Regioni. Suggerisce però di procedere subito con lockdown locali a livello provinciale. Il governo sceglie dunque di agire a livello nazionale con un decreto «cornice» che alza l’asticella dei divieti e lascia a governatori e sindaci la possibilità di intervenire sul proprio territorio seguendo però un unico criterio: adeguare le decisioni all’indice di contagio e alla situazione delle strutture sanitarie indicate nel monitoraggio settimanale messo a punto dall’Istituto superiore di sanità.
Il metodo
Quale sia il metodo per le Regioni che hanno l’Rt oltre 1,5 lo spiega il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia: «La trincea degli ospedali va difesa il più possibile e le Regioni hanno il termometro che abbiamo noi per decidere le misure. Quando è necessario alzare la difesa serve farlo senza tentennamenti. Avranno al proprio fianco il governo». Sono stati proprio gli scienziati a individuare i quattro scenari di rischio fissando le «chiusure» che devono essere disposte di conseguenza. E sulla base di queste linee guida già da lunedì mattina si dovrà procedere con le ordinanze.
Il fattore di rischio
Secondo il dossier degli scienziati «11 Regioni sono classificate a rischio elevato di una trasmissione non controllata di Covid 19. E sono: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Liguria, Lombardia, Piemonte, Puglia, Sicilia, Toscana, Val d’Aosta, Veneto». Le Regioni «segnalate» sulla base degli ultimi bollettini quotidiani, dunque dove è necessario adottare nuove restrizioni, sono: «Lombardia, Lazio, Val d’Aosta, Liguria e provincia autonoma di Bolzano».
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