Speranza: «Abbiamo 48 ore per una stretta. Troppa gente ancora in giro, terrificante la curva dei contagi»
Il tema più delicato, che divide e interroga i ministri, è sempre la scuola. Conte lo ha ammesso, «la curva sta subendo un’impennata così rapida che rischia di mettere in discussione la didattica in presenza». Speranza si spinge un passo più in là: «L’idea del governo è sempre quella di non toccare le scuole. Vogliamo difenderle il più possibile, ma purtroppo dobbiamo farlo dentro il contesto di una epidemia». E questo, per quanto doloroso sia, vuol dire che «la scuola non è intangibile». L’idea è che il Dpcm non tocchi il primo ciclo, ma lasci alle Regioni la possibilità di sospendere le lezioni in presenza anche per elementari e medie, come già hanno fatto, pur tra mille polemiche, la Campania e la Puglia. «Non a caso non abbiamo impugnato le ordinanze», osserva il ministro.
Con i numeri drammatici del bollettino quotidiano e del monitoraggio settimanale, Speranza dà «per scontata» la chiusura dei confini tra le Regioni. «E purtroppo — conferma le anticipazioni il ministro — c’è bisogno di interventi forti anche in Lombardia, una delle aree del Paese che si trovano in condizioni peggiori. Sulla base dei dati del Comitato tecnico scientifico ci sediamo con il presidente Attilio Fontana e con il sindaco Giuseppe Sala e valutiamo le decisioni da prendere». Lombardia zona rossa? «Questa espressione non mi piace».
Resta da sciogliere il nodo del trasporto pubblico locale, su cui da mesi si litiga tra ministero dei Trasporti, Istruzione e Regioni. E qui Speranza non esclude che «nelle aree più difficili si decida di scendere un poco rispetto all’80 per cento di capienza dei mezzi».
Le riunioni si susseguono senza soluzione di continuità, il ministro ha fretta, c’è appena il tempo di commentare la difficoltà che migliaia di persone incontrano per sottoporsi al tampone: «Non si dica che ne facciamo pochi, perché solo ieri ne abbiamo fatti 215 mila». Però non bastano, la gente sta in fila ore ai drive in e prenotarsi è praticamente impossibile. «Da lunedì i medici di medicina generale e i pediatri potranno fare i tamponi antigenici — si mostra fiducioso Speranza —. Contiamo di arrivare a centomila al giorno in più».
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