Lockdown, l’infettivologo Galli: «Difficile isolare un’area metropolitana, adesso servono decisioni più radicali»
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Servirebbe subito una chiusura a livello regionale?
«No,
non abbiamo la certezza che un lockdown locale funzioni. Se circoscrive
alcune località che implicano un numero di abitanti ragionevolmente
limitato, è un conto. Ma circoscrivere una grande area metropolitana e
chiudere completamente solo lì, riuscendo a fare un lockdown semitotale
simile a quello già avuto, dal punto di vista dell’efficacia dei
risultati è un punto interrogativo».
Quindi non è una buona soluzione?
«Vorrei
avere maggiori certezze sul fatto che lo sia. Sono problematiche su cui
intervieni in maniera necessariamente sperimentale e non abbiamo mai
fatto niente di simile in una situazione comparabile».
E allora le zone rosse?
«Sono
zone di 4 cittadine, con un numero di abitanti limitati della loro
possibilità di muoversi. Non sono un milione e 200mila abitanti della
città di Milano e nemmeno quelli della città di Napoli, che devi
comunque interpretare come area metropolitana vasta, perché ogni giorno
le persone entrano ed escono per motivi di lavoro tra un’area che
verrebbe chiusa e una invece aperta. È evidente che c’è un’enorme
difficoltà nel pensare di gestire una cosa di questo genere».
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Non abbiamo altre alternative se non il lockdown generale?
«Temo
che si sia di fronte alla necessità di decisioni importanti e che siano
da considerare abbastanza imminenti. La situazione è sicuramente
pericolosa».
Più di marzo?
«Prima, da un
momento all’altro ci si è trovati di fronte ad un’ondata di piena,
adesso stiamo osservando la crescita di un fenomeno che possiamo
misurare e in alcune entità possiamo prevedere. Di conseguenza, a questo
punto dobbiamo decidere che provvedimenti vanno presi, e sono
ovviamente provvedimenti tardivi. Stiamo sempre dietro il virus, non
davanti. Lo stiamo sempre inseguendo e non sono neanche bastati gli
esempi di altri Paesi a noi vicini, come la Francia che sta molto peggio
di noi e che è arrivata a determinate conclusioni più o meno
tardivamente».
Quanto tempo di chiusura potrebbe servire?
«La
volta scorsa per farcela ci sono voluti due mesi. Questa situazione che
stiamo vivendo adesso ipoteticamente potrebbe essere contenibile forse
con un tempo minore. Ma non so quanto».
IL MESSAGGERO
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