Nuovo Dpcm Covid: parrucchieri, bar e ristoranti chiusi nelle aree a rischio
L’iniziale programma che prevedeva di attendere due settimane dall’entrata in vigore del provvedimento firmato il 24 ottobre, è stato stravolto dall’andamento della curva epidemiologica che continua a salire e soprattutto dalla situazione delle strutture sanitarie che sono in affanno e secondo gli scienziati potrebbero collassare entro metà novembre.
Autocertificazioni per le uscite serali
Divieto di circolazione e chiusura di tutti i negozi a un orario uguale per tutto il territorio nazionale. È il coprifuoco che potrebbe essere inserito nel nuovo Dpcm. La discussione tra governo e Regioni, ma anche all’interno dell’esecutivo, riguarda l’orario. Sembra tramontata l’ipotesi di fermare tutto alle 18, più probabile che si slitti alle 20 o alle 21. Dopo quest’orario sarà possibile uscire dalla propria abitazione soltanto per «comprovate esigenze» e dunque motivi di lavoro, salute oppure urgenza. Gli spostamenti dovranno essere giustificati con il modulo di autocertificazione. In caso di visita a persone non dovranno essere indicate le loro generalità per tutelarne la privacy. Non rientrano nelle chiusure anticipate le farmacie e i negozi di alimentari.
Viaggi fuori regione solo per lavoro o altre urgenze
Divieto di spostamento tra le regioni a meno che non ci siano «comprovate esigenze» e dunque motivi di lavoro, salute e urgenza. Tra le urgenze ci sono anche i danni gravi alle seconde case che però devono essere dimostrati. Soltanto in questi casi si potrà uscire dai propri confini. E avere con sé il modulo di autocertificazione. Ogni altro viaggio dovrà essere rinviato a data da destinarsi, vale a dire a quando scadrà la regola appena introdotta. Chi si trova fuori dalla propria regione al momento dell’entrata in vigore del Dpcm potrà però fare ritorno nel proprio domicilio anche nei giorni successivi. La misura è stata decisa per limitare i passaggi dalle aree a più alto contagioa quelle dove invece la circolazione del Covid-19 è controllata e dunque per evitare nuovi focolai.
Centri commerciali, stop nei weekend e festivi
I centri commerciali rimarranno chiusi nel fine settimana e nei giorni festivi. La limitazione finora imposta a bar e ristoranti dopo le 18 si estende a tutti i negozi inseriti nelle grandi strutture che secondo gli scienziati possono causare assembramenti, ma solo nei giorni di maggior affollamento. Nel resto della settimana rimangono invece le regole già in vigore a meno che non siano i governatori ad imporre divieti più stringenti. Gli altri negozi al dettaglio, non inseriti nei centri commerciali, non dovrebbero subire limitazioni. Rimangono escluse dai divieti le farmacie e gli esercizi che vendono generi alimentari. Nei centri commerciali rimane obbligatorio l’uso della mascherina, il distanziamento di un metro e la misurazione della temperatura agli ingressi.
Vietate le slot machine in tabaccherie e bar
Divieto di utilizzare le slot machine e le altre macchine per il gioco d’azzardo che si trovano nei tabaccai e nei bar. È la misura del governo che mira ad impedire alle persone di stazionare nei locali pubblici. Le sale giochi e le sale bingo sono state già chiuse in base al Dpcm firmato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte il 24 ottobre. Ma in alcuni locali pubblici ci sono le slot machine e i cittadini si fermavano a giocare spesso in salette chiuse dove non è possibile garantire le regole di distanziamento e soprattutto l’areazione degli ambienti. Per questo si è deciso di impedire che possano essere utilizzate e dunque nel nuovo provvedimento del governo sarà imposto il divieto anche nelle ore in cui i negozi possono rimanere aperti, vale a dire fino alle 18 e più tardi per i tabaccai.
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