Indice Rt e Dpcm Covid, ecco le Regioni in allarme rosso. Verso lo scenario 4
Mattarella chiama Bonaccini e Toti
Dopo il monito a rimboccarsi le maniche e unirsi per sconfiggere il Covid e aiutare la ripresa del Paese, Sergio Mattarella alza direttamente il telefono per chiamare i principali interlocutori istituzionali del governo e invitare tutti alla collaborazione. Stamattina il Capo dello Stato ha chiamato il presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini e il suo vicepresidente Giovanni Toti per sollecitare proprio la massima collaborazione. Il colloquio viene definito da fonti del Colle “interessante e proficuo”. Il Presidente della Repubblica ha ribadito “il ruolo decisivo delle Regioni nel fronteggiare la pandemia”, ma ha anche “auspicato la più stretta collaborazione tra tutte le istituzioni dello Stato”. Ovviamente il Capo dello Stato non è entrato nel merito delle misure concret, che si stanno decidendo per arginare l’epidemia. Proprio nelle stesse ore le Regioni erano impegnate nell’ennesimo incontro-scontro con il governo sulle scelte da compiere.
Covid, lo scenario 4
Secondo quanto ha confermato il premier nell’aula di Montecitorio, l’epidemia in Italia corre verso il cosiddetto scenario 4, il più grave, secondo il piano ‘Prevenzione e risposta a COVID-19’ redatto appunto dall’Istituto Superiore di Sanità. Lo scenario 4 si verifica in casi di trasmissibilità non controllata con criticità nella tenuta del sistema sanitario nel breve periodo. Uno dei parametri tenuti in considerazione e’ l’indice di contagio Rt regione per regione. Si entra in allarme rosso quando viene superato 1,5.
Scenario 4: le tre aree
Lo scenario 4, sempre all’interno del documento dell’Iss, si suddivide in tre fasce o aree di rischio: moderata; alta/molto alta per meno di tre settimane consecutive; alta/molto alta per più di tre settimane consecutive, e situazione non gestibile.
I 21 parametri
Ma come verranno divise le Regioni nelle tre aree? Conte ha parlato di 21 parametri. “Gli scenari di rischio tengono conto delle valutazioni di Istituto superiore di sanità e Consiglio superiore di sanità, basate su 21 parametri (tra i quali il numero dei casi sintomatici, i ricoveri, i casi nelle Rsa, la percentuale di tamponi positivi, il tempo medio tra sintomi e diagnosi, il numero di nuovi focolai, l’occupazione dei posti letto sulla base dell’effettiva disponibilità). Si tratta di un sistema, quindi, molto articolato”. E come detto sarà un’ordinanza del mninistero della Salute a stabilire l’inserimento nelle diverse fasce.
Indice Rt e regioni
Altro dato importante è l’indice Rt. Attualmente (sempre secondo i dati aggiornati al monitoraggio di venerdì scorso) sono 13 le regioni che nell’ultimo report dell’Iss risultano oltre la soglia: due di queste superano addirittura quota 2, sono Piemonte (2,16) e Lombardia (2,09). Le altre regioni attenzionate sono Calabria (1,66), Emilia Romagna (1,63), Friuli Venezia Giulia (1,5), Lazio (1,51), Liguria (1,54), Molise (1,86), Provincia di Bolzano (1,96), Provincia di Trento (1,5), Puglia (1,65), Umbria (1,67) e Valle d’Aosta (1,89).
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