L’Eurogruppo tifa Biden
“Ci sono settori particolarmente colpiti come il turismo e l’industria culturale – dice in conferenza stampa il commissario all’Economia Paolo Gentiloni – E’ possibile che l’impatto sulle attività economiche sia minore della scorsa primavera, perché ora gli imprenditori sono più preparati, a cominciare dallo sviluppo smart working”. Ma è “l’incertezza sulla durata” a pesare di più, precisa Gentiloni. Una nebbia fitta sul futuro che trasforma anche le stesse previsioni della Commissione in una “sfida”, sottolinea Gentiloni.
Quasi un azzardo, insomma. Per questo l’Eurogruppo chiede un accordo al più presto tra presidenza tedesca e Parlamento europeo sul recovery fund. “Ci impegniamo a continuare a lavorare insieme per facilitare il piano dell’UE per la prossima generazione e, in particolare, il meccanismo di recupero e resilienza – recita la nota finale – Questi devono essere concordati e attuati in via prioritaria, consentendo un rapido esborso di fondi nel 2021. Ciò è necessario per sostenere riforme e investimenti adeguati e quindi sostenere una ripresa inclusiva. Siamo fiduciosi che il Consiglio e il Parlamento raggiungeranno un accordo entro la fine del 2020”.
Il presidente dell’Eurogruppo Paschal Donohoe “incoraggia” gli Stati membri a usare anche “tutte le altre reti di sicurezza” messe in campo in primavera per affrontare la crisi, compreso il Mes. Non ci sono dictat ma si tiene il punto sul Salva Stati. Quello dei ministri finanziari e anche del direttore del Meccanismo europeo di stabilità Klaus Regling è un invito a tentare tutto il possibile per rimanere a galla. “Ora gli Stati possono usare Sure”, il piano della Commissione Ue per l’occupazione, dice Regling, “poi hanno due anni di tempo per usare il Mes, se lo vogliono” e non c’è pericolo di un “effetto stigma”, insiste, “i mercati capiscono” le difficoltà di ogni paese membro.
L’incertezza fa sì che nessuno abbia margini per chiedere la riattivazione del Patto di stabilità e crescita, nemmeno i ministri dei paesi ‘frugali’. Resterà sospeso fino almeno alla fine del 2021, come già deciso, orizzonte per ora immodificabile. “L’Eurogruppo ritiene fondamentale che il sostegno fiscale in ciascuno Stato membro continui fino al 2021, dato l’aumento del rischio di una ripresa ritardata, e si adegua alla situazione man mano che evolve”, recita il comunicato finale.
Tutti d’accordo sulla necessità di politiche espansive. Nella speranza che oltreoceano una vittoria di Biden usi lo stesso metro.
L’HUFFPOST
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