Balzo di contagi e morti, si va verso altre chiusure, oggi nuove regole. La Calabria: «Faremo ricorso»
di Marco Conti
«Sulla salute degli italiani non si negozia», come sottolinea Giuseppe Conte, ma ora servono i soldi per contenere la protesta delle regioni messe sotto chiave. C’è attesa per il decreto “ristori-bis”, che dovrebbe veder la luce nelle prossime ore, la cui stesura non è però semplice anche perché dovrà prevedere risorse non solo per le regioni chiuse, ma anche per quelle che potrebbero subire a breve la stessa sorte. La cabina di regia istituita presso il ministero della Sanità a tornerà a riunirsi oggi e potrebbe decidere altre chiusure. Anche perché se per scendere da una zona all’altra serviranno due settimane, per salire può bastare una fotografia che prende un arco di tempo molto più breve. Visti i dati di ieri, che hanno fatto segnare un nuovo record con 34.505 contagiati e 445 morti, Umbria, provincia di Bolzano, Campania, Liguria e Toscana sono le regioni che rischiano di diventare aree a maggior rischio.
Zone rosse
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Sulla decisione di mettere la Campania in zona gialla si sono scatenate forti polemiche. «L’attribuzione delle zone» «sembra più una scelta politica che sanitaria – sostiene il forzista Giorgio Mulè – chiediamo al premier Conte e al ministro Speranza di riferire in Aula». Per rendere la comunicazione «più incisiva», come sollecitato dalla sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa, ieri il direttore Prevenzione del Ministero della Salute Gianni Rezza si è presentato davanti a taccuini e telecamere per spiegare i 21 criteri che compongono l’algoritmo dal quale trae motivo l’ordinanza del ministro Speranza.
«Nessuna scelta politica», è la linea dell’esecutivo che sottolinea come i criteri seguiti, e l’arco temporale che si prende in considerazione, «è sempre stato condiviso con le regioni».
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