Balzo di contagi e morti, si va verso altre chiusure, oggi nuove regole. La Calabria: «Faremo ricorso»


La protesta dei “governatori” il presidente del Consiglio se l’aspettava. Anche perché nella lunga trattativa molti presidenti, soprattutto il lombardo Attilio Fontana, hanno continuato ad oscillare tra la valanga di contagi, la preoccupazione per le ricadute economiche e il timore di diventare bersaglio delle proteste.

La pesante discesa in campo di Matteo Salvini fa da scudo ai “governatori” e piccona quel residuo di spazio di dialogo tra opposizione e maggioranza che i presidenti delle Camere Casellati e Fico cercano di costruire su impulso anche del Quirinale.


Quando il ministro Boccia dice che «sotto la firma di Speranza (dell’ordinanza ndr) c’è tutto il governo», segna una trincea dietro la quale la maggioranza è costretta a compattarsi anche in vista di quella verifica iniziata con la riunione di ieri sera a palazzo Chigi, ma che proseguirà ben oltre gli Stati generali M5S. Il presidente del Consiglio raccoglie intorno a sè i leader di maggioranza (Crimi, Zingaretti, Renzi e Speranza), si mostra impermeabile alle accuse di Fontana (Lombardia), Ciro (Piemonte) e Musumeci (Sicilia) nella convinzione che la linea delle chiusure per aree – che potranno essere anche più piccole di una regione – possa permettere al Paese graduali riaperture in vista del Natale senza il quale interi settori economici salterebbero definitivamente per aria.


La scommessa di Conte è che la curva inizi ad abbassarsi quanto prima per evitare che altre regioni finiscano in zona rossa dando quindi ragione a chi continua a reclamare chiusure nazionali e non a zona. Il primo a minacciare il ricorso contro l’ordinanza è stata la Calabria guidata dal reggente Nino Spirli dove ieri sera si sono tenute manifestazioni a Cosenza e Reggio per protestare contro le chiusure. A parlare di «spettacolo indecoroso delle regioni» è il ministro degli Esteri Di Maio al quale la riflessione viene facile non avendo il M5S amministrazioni regionali da difendere. L’attacco dei “governatori” – o «lo scaricabarile» come lo definisce la ministra Teresa Bellanova – va però in contraddizione con i pesanti dati della giornata di ieri e con alcune regioni, Lombardia compresa, dove monitoraggio e tracciamento sono in tilt.

IL MESSAGGERO

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