Elezioni Usa, Letta: “Senza Trump il sovranismo si sgonfierà anche in Europa”
Il grande errore dei democratici negli Stati Uniti, e nel mondo, non è quello di dare l’idea di disprezzare l’elettorato di Trump, di considerarlo ignorante, deprecabile, senza sforzarsi di capirlo e di connettersi con i bisogni che rappresenta?
“Il trumpismo scoperchia uno dei grandi fenomeni del nostro tempo, il fossato tra città e zone rurali. Come la Brexit, che fu votata nelle piccole città della Gran Bretagna ( a eccezione di Oxford e Cambridge) e rifiutata dalle grandi. È una questione legata al modo in cui si vive, all’apertura e alla chiusura, alle diverse aspettative. Penso sia un problema connesso all’ansia per il futuro e che su questo il pensiero progressista mondiale deve dare delle risposte. Perché quell’ansia attanaglia soprattutto le persone che hanno meno riserve dietro le spalle, meno istruzione. Su questo Trump ha giocato”.
Soffiando sulla paura, cavalcandola, indicando nemici. Ma dall’altra parte come si risponde?
“Le parole d’ordine sono sicurezza, riduzione della precarietà, investimento sull’istruzione. Per questo penso che Biden debba coinvolgere i mondi rappresentati da Elizabeth Warren e Bernie Sanders. Bisogna ridurre i livelli di turbolenze delle nostre società”.
Il declino di Trump apre una breccia nel sovranismo, che sembrava il destino delle destre nel mondo?
“È un colpo durissimo perché la vera forza del sovranismo è stata avere il suo leader più rappresentativo a capo della più grande potenza del mondo. Venuto meno il megafono della Casa Bianca, quel messaggio è destinato a sgonfiarsi”.
Anche da noi?
“Sono convinto che la forza dei sovranisti sarebbe stata minore se Trump avesse perso nel 2016. Ha legittimato i discorsi più beceri, i linguaggi peggiori, i comportamenti più scorretti”.
E se le battaglie legali che ha annunciato gli dessero ragione?
“Mi sembra un modo di fare disperato. Si è capito dal discorso inaccettabile dell’altra notte. Aveva già provato a delegittimare il voto postale, ma non può, è la legge, è la democrazia”.
Trump dice cose eversive e noi pensiamo: può ancora farcela. Ha spostato il senso del limite?
“È come quando a scuola davanti a un bullo per evitare il peggio abbozzi. Ma voglio dare un messaggio di orgoglio: basta con questa storia che il fenomeno è lui. Il fenomeno va a casa, leviamoci di dosso questo senso di inferiorità. Bisogna combattere per le proprie idee, difendere i diritti delle minoranze, la convivenza pacifica, la diversità, valori per i quali non bisogna deflettere. Si possono dare risposte a chi oggi le chiede senza dover fare discorsi razzisti o rompendo le regole”.
In Europa cosa succederà?
“La gran parte dei guai da noi sono arrivati con Trump e Brexit. Li unisce l’idea della disintegrazione contro l’integrazione, la certezza che tutto rientri nell’alveo della nazione contro la cooperazione tra nazioni, il ritorno alla mia bandiera, la mia terra, la mia lingua e chi se ne frega degli altri. Il loro principale nemico si chiama Unione europea, perché incarna esattamente l’opposto, l’unione che fa la forza. E Trump questa cosa l’ha subita, perché quando ha voluto mettere i dazi su Italia, Francia e Germania l’Ue ha difeso ogni singolo Paese”.
E però i trumpiani d’Europa sono ancora molto forti.
“L’Europa ha sbandato per quattro anni. Salvini, Orbán, Kaczinski, Le Pen hanno tutti uno sguardo sul trumpismo, sono stati sotto quell’ombrello, hanno tifato per Brexit. Oggi è un grande giorno perché ci liberiamo d’un colpo di Trump e Brexit”.
Perché di Brexit?
“Perché Boris Johnson, che aspettava la rielezione di Trump per indurire il negoziato all’ultimo miglio, dovrà venire a più miti consigli. Ma anche perché Next Generation Eu, tutto quello che l’Unione ha fatto in questi mesi, dimostra che senza gli inglesi l’Europa è meglio. Il Recovery Fund non ci sarebbe mai stato con Johnson al tavolo”.
Ha avuto senso l’equidistanza del governo italiano tra Trump e Biden?
“Il rapporto dell’Italia con gli Stati Uniti è diverso da tutti gli altri Stati europei, è storicamente più forte e deve prescindere da chiunque sia l’inquilino alla Casa Bianca. Detto questo: Trump è stato il peggior presidente degli Stati Uniti della storia. Questa sarà una liberazione”.
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