È morto Stefano D’Orazio, il batterista dei Pooh
Uniti fino alla fine. «Stefano ci ha lasciato» e le firme degli altri, Roby, Red, Dodi e Riccardo. È morto ieri sera Stefano D’Orazio, batterista dei Pooh. E il resto della band, nonostante lo scioglimento del 2016 dopo 50 anni di carriera, ha voluto ricordarlo con una sola voce. Un messaggio uguale per tutti postato anche sui profili social personali. «Era ricoverato da una settimana e per rispetto non ne avevamo mai parlato… nel pomeriggio, dopo giorni di paura, sembrava che la situazione stesse migliorando… poi, stasera, la terribile notizia», raccontano gli amici-colleghi. Già malato, le sue condizioni sono peggiorate con il contagio da Covid. Il messaggio prosegue: «Abbiamo perso un fratello, un compagno di vita, il testimone di tanti momenti importanti, ma soprattutto, tutti noi, abbiamo perso una persona per bene, onesta prima di tutto con se stessa. Preghiamo per lui». A dare la notizia su Twitter per primo è stato l’amico Bobo Craxi che ha ricordato anche le sofferenze degli ultimi anni.
Romano, classe 1948, D’Orazio era entrato nella band nel 1971 quando Valerio Negrini, il batterista della prima formazione, aveva deciso di lasciare il palco ma di rimanere nel gruppo soltanto come autore dei testi
E a fianco del «quinto Pooh» aveva anche contribuito alla scrittura dei testi di molti dei brani del repertorio della band. La batteria aveva iniziato a suonarla folgorato dal primo disco dei Beatles: «Trascorsi due settimane a cercare di emulare Ringo e suonare su una vecchia scatola di scacchi con due mestoli presi in cucina», raccontava.
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