GLI ERRORI COMPORTAMENTALI NELL’AFFRONTARE LA PANDEMIA
Innanzitutto l’errore di ottimismo irrazionale. Chi lo commette tende a valutare la propria condizione come più favorevole rispetto a quella degli altri. Il governo fino a poche settimane fa ha continuato a ripetere che l’Italia stava meglio degli altri paesi europei, senza considerare che si trattava solo di un ritardo temporale della curva del contagio.
Poi l’illusione di controllo, per cui si pensa di avere una gestione delle variabili di rischio maggiore di quello che prevede la struttura aleatoria del fenomeno con conseguente sottovalutazione dei pericoli. Il governo non ha preso in considerazione gli effetti di una estate con troppe situazioni di potenziale contagio, a partire dalla apertura delle discoteche, l’ambiente ideale per trasmettersi la malattia.
In terzo luogo la «overconfidence» cioè la stima eccessiva delle proprie capacità conoscitive e procedurali. Il governo ha peccato di presunzione gestionale nel non affrontare in tempo il problema dei trasporti, quello della carenza del personale medico nel territorio ed ospedaliero, la scarsità dei vaccini anti influenzali e dei tamponi. Inoltre la miopia o «time discounting» cioè il dare più valore al presente e sottovalutare il futuro. Conte ha insistito a sopravalutare i benefici economici e sociali di un presente permissivo a maglie larghe, senza considerare che ciò avrebbe compromesso ancora di più le aziende ed i cittadini nel futuro.
Infine i governi sono spesso preda dell’errore della conferma, cioè si organizzano al loro interno per sostenere le proposte che emergono in sede politica e non per controllarne la loro forza e validità. Ciò non permette di mitigare gli effetti delle distorsioni prima descritti. Il governo Conte non è una eccezione anche se in altri paesi occidentali la situazione è ancora peggiore. Il ruolo della «governance» scientifica viene spesso ridotto a mera giustificazione di iniziative che non hanno base fattuale. Prevale nei ministeri il dogmatismo ed il conformismo. In alcuni paesi come la Gran Bretagna si sono introdotti dei correttivi attraverso gruppi di esperti chiamati «red team» che hanno la funzione di falsificare, quando possibile le posizioni dominanti. In Italia la situazione è aggravata dalla mancanza di un opposizione credibile che avrebbe il ruolo di controllo e miglioramento delle proposte del governo.
Bisogna riconoscere che non tutte le responsabilità sono del governo nazionale. I governi regionali e locali non hanno certamente brillato e sono più responsabili di quello centrale delle carenze in ambito sanitario e dei trasporti. Tranne poche regioni come la Emilia Romagna ed il Veneto, hanno mancato di quel gradualismo sperimentale necessario per affrontare situazioni caratterizzate dall’incertezza. Da questo punto di vista il gradualismo di Conte, in certe fasi della pandemia, è stato sicuramente il giusto approccio al problema. Peccato che abbia vestito i panni della cicala nel periodo estivo.
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