Biden è il 46esimo presidente degli Stati Uniti: l’annuncio dei media Usa
Ma secondo Ellen Weintraub, uno dei commissari della Commissione elettorale federale, «non ci sono prove di frodi». Parlando alla Cnn, Weintraub sostiene che «nessuna delle denunce ha allegato alcuna prova di frode. Ci sono stati pochissimi reclami su come si sono svolte queste elezioni. Rare denunce motivate, lasciatemi metterla in questo modo. Non ci sono prove di alcun tipo di frodi elettorali né prove di voti illegali espressi».
A Washington, anche tra i repubblicani, aumenta lo scetticismo. In pochi credono che Trump riuscirà a ribaltare per via giudiziaria il risultato che sta emergendo dalle urne. Non c’è stata l’onda blu prevista da alcuni sondaggisti. Tuttavia si sta profilando una sconfitta netta per il leader americano che è riuscito a mantenere Ohio e Florida, ma non si è accorto dello smottamento dei consensi in Arizona e in Georgia, nonostante i primi segnali emersi nel 2018, con le elezioni di mid term. Negli ultimi cento anni solo quattro presidenti non sono stati riconfermati. Gli ultimi casi risalgono al 1992, con il repubblicano George H.Bush, e nel 1980, con il democratico Jimmy Carter.
In queste elezioni l’affluenza è stata straordinaria: circa 150 milioni di elettori, contro i 137,5 milioni di quattro anni fa. Biden è il candidato che ha ottenuto più consensi di sempre: 73 milioni e, per un curioso paradosso, il suo avversario, con 70 milioni, è il secondo. Ancora una volta il messaggio delle cifre è inequivocabile: Trump ha accumulato circa 5,7 milioni di preferenze in più rispetto al 2016. Ma era, ed è rimasto, un leader minoritario nel Paese. Aveva perso con un distacco del 2,1% nel voto popolare contro Hillary Clinton e ora è sotto del 2,8%. Non è riuscito a fare breccia nell’altra metà dell’America e per questo motivo ha perso.
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