Biden eletto presidente degli Usa, il suo discorso: «Io qui per unire»
di Massimo Gaggi
WILMINGTON (Delaware)
Joe Biden e Kamala Harris celebrano il loro trionfo nella notte di Wilmington, tra fuochi d’artificio e pattuglie di droni governati da computer che disegnano nel cielo l’America la sua bandiera e i nomi dei futuri inquilini della Casa Bianca. È una grande festa popolare drive-in con la gente fuori dalle auto, soprattutto americanissimi fuoristrada, in piedi sui cofani o appollaiata sui tetti, che da ore sta festeggiando. Tante mascherine ma di dubbia utilità, dato che ci sono anche tante bottiglie di champagne che passano di bocca in bocca. Un’esplosione di gioia dopo una settimana sulle montagne russe: dalla vittoria democratica a valanga annunciata dai sondaggisti al timore di una sconfitta totale fino al lento recupero e alla conquista dei 270 fatidici Grandi elettori, mentre un Trump furibondo denuncia frodi delle quali, per ora, mancano indizi concreti. Joe arriva sul podio di corsa e pronuncia, con insolito vigore, un discorso che sulla Fox, la rete vicina al presidente, Karl Rove, lo stratega delle vittorie elettorali di George Bush, definisce «semplicemente perfetto: quello che l’America voleva sentire, un momento di potenziale riunificazione del Paese».
La battaglia per l’anima dell’America. Un discorso breve ma netto, per il quale sceglie un linguaggio popolare. Se quattro anni Trump aveva scelto toni duri, un linguaggio minaccioso e aveva eccitato le paure degli americani, Biden punta sulla riunificazione, il superamento, pur nella diversità, delle contrapposizioni più devastanti: si pone come il leader capace di curare le ferite del Paese. La chiama la battaglia per l’anima dell’America: chiudere una stagione di contrapposizioni devastanti: «L’oppositore non deve essere un nemico, siamo tutti americani».
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