L’indice Rt e quel che la Campania non dice
- Giorgio Parisi Fisico, presidente dell’Accademia Nazionale dei Lincei
In questi giorni si discute febbrilmente dei criteri con cui le Regioni vengono dichiarate zone a rischio più meno grave, e ci sono Regioni che protestano asserendo di essere state valutate in modo troppo severo. Bisognerebbe piuttosto considerare che qualcuna è stata valutata in modo troppo ottimistico. Per rendercene conto dobbiamo però capire bene come vengono fatte queste divisioni in zone.
Il presidente Conte ha dichiarato che i 21 indicatori da cui dipendono le decisioni sul colore assegnato alle Regioni, (zona rossa, gialla, arancione o verde) devono diventare “assolutamente accessibili”. “Il confronto deve avvenire – ha detto – oltre che con la comunità scientifica, con i cittadini, che in questo momento sono fuori da questo sistema”.
Nell’attesa – si spera breve – di una comunicazione governativa che attui questo proposito, sarebbe auspicabile che le Regioni stesse, le quali dal maggio scorso rilevano e comunicano al Governo i dati locali dei 21 indicatori, li rendessero pubblici, aggiungendo anche gli indicatori relativi alle singole province, in maniera di permettere di valutare oggettivamente l’opportunità di misure di contenimento differenziate a livello regionale.
Da più parti è stato sottolineato che il parametro forse più importante, quello che ci dà le informazioni cruciali sulla crescita epidemica è Rt, come ripetuto anche recentemente da Walter Ricciardi. Un valore di Rt maggiore di 1 implica una crescita esponenziale: più Rt è grande, più veloce è questa crescita. Tuttavia per potersi confrontare con i cittadini su queste problematiche, è assolutamente necessario far capire cosa è questo indice Rt, che significato ha, come si calcola e se il suo calcolo è affidabile.
Semplificando al massimo, il valore di Rt indica in che misura sono aumentati o diminuiti i nuovi contagiati in settimana:
• Se Rt è uguale a 2, il numero di nuovi contagiati raddoppia in una settimana.
• Se Rt è uguale a un mezzo, il numero di nuovi contagiati si dimezza in una settimana.
• Se Rt è esattamente uguale a 1, il numero di nuovi contagiati rimane costante.
Un valore di Rt maggiore di 1 è quindi insostenibile nel lungo periodo: corrisponde a una crescita esponenziale, più o meno rapida. Perciò è fondamentale arrivare ad una situazione di Rt minore o uguale a 1. Per fare un esempio, durante il lockdown primaverile Rt era di poco minore di 0.7, valore che corrisponde a un dimezzamento dei nuovi contagiati in circa una dozzina di giorni.
Ma come si calcola Rt? Non è un’impresa facile, perché non sappiamo quando esattamente le persone sono state contagiate. Ingenuamente si potrebbe pensare che per calcolare Rt basta sapere quanti sono i nuovi positivi, numero che viene strombazzato tutti i giorni su tutti media.
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