L’indice Rt e quel che la Campania non dice

Contrariamente a quello che può pensare l’uomo della strada, per calcolare la curva del contagio si preferisce invece contare il numero giornaliero delle persone che hanno avvertito dei sintomi. In altri termini, se il numero delle persone che hanno avuto dei sintomi nella seconda settimana di ottobre è il doppio di quello della prima settimana, Rt è 2. Gli epidemiologi per misurare la crescita fanno questa scelta perché dà risultati più affidabili (non dipende dal numero di tamponi effettuati), ma ovviamente questo richiede che venga registrata la data in cui le singole persone risultate positive hanno avvertito i primi sintomi e che questa informazione sia trasmessa all’Istituto Superiore di Sanità.

Purtroppo ci sono Regioni che trasmettono regolarmente questi dati, e altre che lo fanno in maniera estremamente ridotta: per esempio, partendo dall’inizio dell’epidemia, il numero delle persone di cui si sa la data di inizio dei sintomi è il 50% dei casi positivi nel Lazio, mentre lo stesso rapporto crolla al 15% nel caso della Campania. Quindi la Campania nella grande maggioranza dei casi non trasmette questa informazione cruciale.

Il colore chiaro rappresenta il numero di casi positivi registrati in ciascun giorno mentre il colore...
Il colore chiaro rappresenta il numero di casi positivi registrati in ciascun giorno mentre il colore scuro rappresenta il numero di persone positive che hanno accusato i primi sintomi in quella data. A sinistra il Lazio e a destra la Campania.

Per rendersene conto visivamente basta guardare questi due grafici: il Lazio a sinistra e la Campania a destra: il colore chiaro rappresenta il numero di casi positivi registrati in un giorno mentre il colore scuro rappresenta il numero di persone che si hanno accusato i primi sintomi quel giorno. Si vede a occhio che la proporzione dei casi con data di inizio in Campania è circa un quinto di quella del Lazio. Non serve sapere il numero assoluto dei casi: basta guardare il rapporto tra l’area della zona verde chiaro (circa la stessa nelle due Regioni) con l’aerea della regione verde scuro (estremamente più piccola nella Campania).

Quindi, dato che la Campania, almeno nell’80% per cento dei casi, non passa all’Istituto Superiore di Sanità le informazioni su quando sono avvenuti i sintomi in Campania, ogni stima del valore di Rt con la metodologia standard è assolutamente inaffidabile e la valutazione finale di Rt che appare sui media è assolutamente arbitraria.

Nel decreto del Ministero della Salute del 30 aprile (quello che aveva introdotto gli indicatori) la possibilità che le Regioni non trasmettessero i dati fondamentali per valutare era stata saggiamente considerata. Infatti, dopo aver dato le specifiche sugli indicatori, aggiungeva: “Se non sarà possibile una valutazione secondo le modalità descritte, questa costituirà di per sé una valutazione di rischio elevata, in quanto descrittiva di una situazione non valutabile e di conseguenza potenzialmente non controllata e non gestibile”. Queste sagge parole, che sono ripetute ossessivamente in centinaia di ordinanze regionali, hanno un significato univoco: le Regioni che non comunicano i dati essenziali hanno automaticamente una valutazione di rischio elevata. E allora, non c’è davvero tempo da perdere ancora, bisogna passare finalmente dalle parole ai fatti.

L’HUFFPOST

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