L’appello di Zaia: “Conte deve ascoltare le Regioni”

“Ci diano l’autonomia”

Nell’intervista rilasciata al Corriere della Sera, il leghista ha preso una chiara posizione sul caso del commissario alla Sanità della Calabria – il generale Saverio Cotticelli – destituito dal premier Giuseppe Conte dopo aver ammesso di non aver preparato il piano Covid: “La Calabria versa in questa difficile situazione da dieci anni e il commissario è stato nominato proprio dal governo. Ora lo cacciano ma chi lo aveva messo lì? Ci sarà pur un responsabile o no?”. Il caso ha infatti creato non poco imbarazzo all’interno dell’attuale esecutivo: i giallorossi attaccano Salvini per la nomina, avvenuta nel 2018, ma è proprio questo governo ad averlo riconfermato con maggiori poteri. Comunque Zaia sottolinea che alla base vi è anche il tema culturale: “In Veneto un cittadino non ammetterebbe mai risposte come quelle viste in tivù, da noi pure i bambini ormai sanno quanti posti abbiamo in terapia intensiva”. E si è tolto sassolini dalle scarpe nei confronti di chi sostiene che il Sud abbia avuto meno del Nord: “Forse è un problema di efficienza e responsabilità, non di soldi”.

Si torna a discutere dell’ipotesi di ricentralizzare la sanità, alla luce della caotica gestione del virus sui vari territori: “Nulla di nuovo sotto il sole, a volte ritornano. Ma per militare a sinistra è ancora necessario difendere centralismo, piani quinquennali e kolchoz?”. Zaia è convinto che l’esecutivo sia allo sbando, totalmente fuori dalla storia e dal tempo mentre il mondo va in una direzione, e pertanto insiste: “Sono le Regioni ad avere i pazienti sull’uscio di casa, non il governo, dunque dobbiamo essere ascoltate. L’autonomia è vera assunzione di responsabilità. Ce la diano, poi ciascun cittadino giudicherà”. L’accusa rivolta ai presidenti di Regione è quella di invocare l’autonomia quando le cose vanno bene e di rimettere invece al governo le decisioni impopolari. Ma non è affatto così. Basti pensare che Zaia ha messo la firma sul provvedimento che ha creato la prima zona rossa d’Italia, a Vo’, e che lui stesso ha fermato il carnevale di Venezia: “Vanno definite competenze certe perché la prima fonte di confusione sono proprio i Dpcm, che dove fa comodo impongono, dove non fa comodo delegano a governatori e sindaci”.

IL GIORNALE

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