Lockdown morbido: le sei regioni verso la zona arancione
Andiamo con ordine, segnalando prima di tutto l’inconsueto ritardo nella comunicazione dei numeri. La Cabina di Regia per il monitoraggio della pandemia nelle regioni era stata fissata per sabato e poi spostata a domenica: il motivo del rinvio risiede nel fatto che gli assessorati regionali alla salute di solito comunicano i numeri nei primi tre giorni della settimana e per questo la riunione tecnica si svolge il venerdì. La settimana scorsa però erano appena state dichiarate le zone rosse, arancioni e gialle in seguito al Dpcm 3 novembre ed effettuare il monitoraggio nello stesso periodo avrebbe significato dover cambiare dopo pochi giorni tutto lo schema. Per questo si è deciso di slittare. Ma nel frattempo alcuni hanno inviato indicatori incompleti oppure anomali. E ieri, a due ore dall’inizio della riunione, ben nove regioni non avevano trasmesso i propri bollettini o li avevano inviati incompleti, nonostante le inchieste aperte dalla magistratura proprio sull’invio dei dati. Intanto a Napoli, racconta Repubblica, la pm Mariella Di Mauro intende verificare i dati delle postazioni e gli altri parametri utilizzati per la classificazione del rischio. Un lavoro analogo a quello avviato dalla Procura di Genova che si inserisce nell’istruttoria già in corso da mesi sulla realizzazione degli ospedali modulari nel capoluogo, a Caserta e a Salerno. Colpisce, come raccontato da Repubblica, l’aumento di posti in degenza ordinaria, lievitati nell’arco di un giorno di circa 1300 unità, fino agli attuali 3160, dei quali ieri erano occupati 1817, mentre le terapie intensive sono passate in 20 giorni da 335 a 590, con 186 pazienti ricoverati fino a ieri.
Ufficialmente nella fase di validazione dei dati da parte delle stesse regioni, per la quale è prevista una tempistica massima di 24 ore, alcune hanno chiesto più tempo. Il governo, che vuole evitare problemi, sembra aver concesso la richiesta di proroga per dare modo ai territori di far arrivare tutti i dati necessari, per poi decidere le nuove misure. “C’è un rapporto serio tra le Istituzioni e sarebbe un reato grave dare dei dati falsi”, ha detto comunque ieri il ministro della Salute, Roberto Speranza, che torna sull’argomento delle restrizioni: “Il Dpcm che abbiamo approvato da cui derivano le ordinanze che io firmo è stato condiviso da tutto il Governo” e “non penso che sia un lavoro sporco firmare un’ordinanza che impone delle restrizioni, credo che sia un lavoro nobilissimo”.
Report 25: quali Regioni rischiano la zona arancione
In questa ottica , come detto, le regioni che presentano dati allarmanti sono Veneto, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria e Campania. Di questa lista, soltanto alcune potrebbero essere oggetto di un’ordinanza del ministero della Salute con lo spostamento in zona arancione e il lockdown morbido. Il Fatto Quotidiano oggi scrive che la versione definitiva del report 25, quello che contiene i dati del monitoraggio della settimana 25 ottobre – primo novembre di tutte le Regioni, non è ultimato. La Cabina di regia sta finendo di elaborarlo: oggi alle 15 a Roma si riunirà il Comitato-tecnico-scientifico per la discussione e la ratifica finale. Alcune decisioni, tuttavia, sono praticamente prese: Liguria, Toscana, Umbria e Campania passeranno da zona gialla ad arancione (semi-lockdown). Veneto e Lazio sono al limite. Secondo La Stampa invece a rischio arancione ci sono Liguria, Umbria, Campania e Veneto. Lo scenario disegnato da Repubblica invece è più articolato e prevede fino a sei regioni in zona arancione. Tra le candidate alla zona arancione ci sono:
- La Campania, che tuttavia ha una serie di problemi con i numeri che sembrano “quasi da zona verde” e per la quale la Cabina di Regia potrebbe decidere un inasprimento delle misure;
- l’Emilia-Romagna, che ha un indice di contagio Rt al di sopra dell’1,5 e si trova in scenario 4;
- la Liguria, che ha dati in peggioramento soprattutto sul fronte dell’occupazione degli ospedali (ma Toti non è d’accordo)
- l’Umbria;
- la Toscana;
- il Veneto che ha un Rt da scenario 3 ma il suo rischio passerebbe a moderato e non più ad alto con riserva perché il problema di comunicazione di un dato (sulla quantità dei casi riconosciuti ad inizio sintomi) che lo aveva messo in quella categoria è stato risolto.
Secondo il quotidiano sono dunque sei le Regioni in bilico, anche se alla fine probabilmente quelle che faranno il salto di livello saranno quattro o cinque. Il Corriere della Sera invece scrive che a rischio restrizioni ci sono Campania, Liguria, Abruzzo (ed è l’unica volta che questa regione viene citata) oltre che l’Umbria. La Campania, sempre secondo il quotidiano, potrebbe anche fare un doppio salto e diventare zona rossa. Per l’agenzia di stampa Ansa secondo il trend dei dati emersi in questi giorni, Campania, Toscana e Veneto – finora zone gialle – potrebbero retrocedere verso la valutazione di rischio arancione o persino rossa nel prossimo report. In Toscana a preoccupare sono soprattutto gli ospiti delle Rsa, dove quasi un anziano su dieci risulta positivo. Su circa 12.500 pazienti delle oltre 300 strutture 1.103 risultano contagiati, con vari livelli di sintomaticità e di gravità, mentre tra gli operatori si registrano circa 100 casi, per questo la Regione sta predisponendo un apposito piano per separare i contagiati dai negativi.
ROMA TODAY
Pages: 1 2