Coronavirus, Anna Maria Brambilla, primaria dell’ospedale Sacco: «Il virus è il male. In troppi ancora non lo capiscono»

di Carlo Verdelli

Coronavirus, Anna Maria Brambilla, primaria dell'ospedale Sacco: «Il virus è il male. In troppi ancora non lo capiscono»

Non so che viso abbia, bardata com’è da una cuffia fucsia sui capelli e una mascherina ampia sul viso. Spuntano giusto gli occhi, scuri e già stanchi di mattino. Il resto del corpo è nascosto da un camicione blu di taglia abbondante, forse per muoversi con più agio nel via vai del Pronto Soccorso dell’ospedale Sacco dove ormai praticamente abita.

«Siamo inondati. È precipitato tutto il 12 ottobre, ricordo il giorno, un lunedì. I segnali che poteva ricominciare già c’erano. Quando hanno riaperto le discoteche in estate, qui abbiamo pensato: oh no! Mai creduto che il virus se ne fosse andato per sempre, ma non ci si aspettava una botta del genere. Invece, quel 12 ottobre, di colpo, siamo stati presi d’assalto da un centinaio di ambulanze, più uomini e donne con sintomi che si presentavano da soli. Da allora è stata una maxi emergenza quotidiana. Nel giro di due settimane, abbiamo ricoverato più polmoniti da Covid che in tutto marzo e aprile. Una cinquantina al giorno. In due settimane, il bollettino di due mesi».

Previsioni, dottoressa Brambilla? Scuote la testa e l’abbassa. «Non siamo ancora all’apice. Rispetto alla prima ondata, il virus circola molto di più sul territorio, almeno qui. Ormai siamo a 300 letti su 400, quasi saturate le nostre possibilità. E il vero problema è che la mia città, Milano, sembra non rendersi conto dell’incendio che la minaccia».

Milano brucia ma affolla i parchi nel weekend, passeggia per le strade, va a lavorare quasi come se niente fosse. Il suo avamposto più scorticato dal virus è proprio l’ospedale Sacco, estrema periferia nord ovest, un vasto complesso di cura e dolore che ha sperimentato, quarant’anni fa, le prime unghiate dall’Aids e che adesso resiste a fatica al nuovo assalto di una malattia che sta soffocando una città, una nazione, l’Europa e praticamente il mondo intero (mezzo milione di nuovi contagiati in 24 ore).

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