Vaccino Covid, gli scienziati: «Prodotto sicuro». Dubbi sull’immunità di gregge
Nella sperimentazione, si
viaggia dunque su binari certi e condivisi dalla comunità scientifica.
«Gli studi che stanno realizzando – sottolinea Francesco Scaglione,
ordinario di Farmacologia all’Università degli Studi di Milano e
responsabile della Farmacologia clinica all’ospedale Niguarda –
dimostrano che il vaccino è efficace e tollerabile. Se ci fossero rischi
per la salute non lo ammetterebbero certamente per uso clinico. Se
supera i controlli delle agenzie regolatorie, si può essere abbastanza
sicuri. I passaggi sono veloci, ma nei controlli non si tralascia mai il
rigore».
Altro obiettivo possibile, legato al vaccino, è la cosiddetta immunità di gregge. «Questo tipo di protezione – avverte però Filippo Drago, componente della task force sul Covid della società di Farmacologia e a capo dell’unità operativa di Farmacologia clinica del policlinico di Catania – si può ottenere solo quando un certo numero di soggetti sono vaccinati. Esiste un calcolo epidemiologico che serve per stabilire il numero minimo di soggetti che siano vaccinati con un vaccino efficace per avere immunità. Questo problema vale per ogni tipo di malattia infettiva. Ci sono immunità di gregge diverse a seconda del tipo di patologia. Nel caso specifico – precisa Drago – chiaramente un vaccino che sia efficace al 90 per cento può dare un’immunità di gregge con una percentuale di vaccinati che sia vicina a valori alti». Per essere sicuri che tutti in una comunità non abbiano il morbillo, per esempio, è necessario che il 94 per cento siano vaccinati. «Per il Covid non è possibile stabilirlo a priori, ma la copertura vaccinale deve essere sicuramente vicina a quella delle altre malattie infettive di tipo virale, quindi intorno al 94-95 per cento. Con questo vaccino c’è una buona possibilità di ottenerla. La performance è ottima»
Quanto alla sicurezza, aggiunge Drago, «il sistema è oltremodo perfezionato. Esiste un team esterno, che non è dipendente dall’azienda, costituito da esperti che bloccherebbero lo studio nel momento in cui si dovesse verificare una reazione avversa. Non ho dubbi che sia il vaccino di Oxford che quello di Pfizer, siano entrambi efficaci e certamente sicuri. Appena il prodotto sarà disponibile, sarò il primo a vaccinarmi».
IL MESSAGGERO
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