È il momento di cacciare gli sceriffi stupidi

Alessandro Sallusti

Un pensionato di 81 anni di Treviglio, provincia di Bergamo, è stato multato ieri con una ammenda da 400 euro perché, in piena zona rossa, era seduto su una panchina distante trecento metri da casa sua a leggere il giornale, in attesa che si smaltisse la fila per andare in farmacia.

questa l’Italia «compatta e solidale» che ha in mente il presidente Conte, è questo ciò che ci aspetta nelle prossime settimane, cioè essere vessati da un potere cinico e stupido?

Quattrocento euro sono una cifra importante per chiunque, e una pena sproporzionata al reato, non è applicazione della giustizia, ma prevaricazione del più forte (lo Stato) sul più debole (i cittadini).

Se quella multa non verrà cancellata, cestinata e distrutta dal sindaco, dal prefetto o da chi per loro, vuole dire che non ha più senso parlare di rapporto di fiducia e di patti sociali per sconfiggere il virus. «Lei non ci prenda in giro», hanno detto i solerti gendarmi allo stupito anziano. E no, cari gendarmi, siete voi che non dovete prenderci in giro, stando al riparo delle vostre divise e dei codicilli contenuti nel cervellotico decreto legge del presidente Conte. Anche perché fate parte di un sistema, tanto per intenderci, che ha messo a capo della sanità di una regione, la Calabria, un generale che ha candidamente ammesso in diretta tv di non sapere che avrebbe dovuto occuparsi del piano anti virus.

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