Coronavirus, viaggio negli ospedali Covid di Milano: «Caschi, ossigeno. Come al fronte»
La battaglia di Milano risuona oltre una porta tagliafuoco di un colore blu pallido. I numeri, i posti letto in terapia intensiva, oltre questa barriera sono persone con un volto, un cellulare stretto in mano, un parente che telefona ogni sera alla caposala per sapere se la speranza è ancora viva. La prima linea è separata dal resto del mondo da una serratura che si apre solo dall’interno o con un badge che seleziona ogni ingresso. Di qui i corridoi deserti, i finestroni che affacciano su cortili pieni di macchine e di pazienti che ancora possono accedere agli ambulatori rimasti miracolosamente aperti. Dall’altra parte il fronte di un’emergenza che qualcuno con ostinata follia spaccia per menzogna, filmando reparti chiusi e ambulanze che viaggiano vuote. Non è mutato il virus di questa seconda ondata, sono mutate le coscienze che a marzo, soffocate dalla paura, osannavano medici e infermieri come salvatori del mondo e che oggi sui social lanciano strali e sospetti.
Ospedale Niguarda, blocco Nord. Sono le quattro di pomeriggio. Al terzo piano c’è il reparto di Malattie infettive, 29 posti letto attrezzati con un’anticamera a pressione negativa che risucchia l’aria della stanza e la sostituisce completamente sei volte ogni ora. Sono le sole stanze adatte ad isolare i contagi. È l’unico reparto Covid a non avere mai chiuso tra la prima e la seconda ondata. A luglio i pazienti non erano più di una decina. Adesso i posti non sarebbero sufficienti neppure se moltiplicati per dieci. Il mostro invisibile ha mangiato 13 reparti del Niguarda. Tutti oggi dedicati a pazienti Covid: 340 malati, 29 in terapia intensiva. Aumentano di 20-25 ogni giorno. Il sistema è sul filo del collasso, i tecnici sono al lavoro per creare altri reparti ma all’orizzonte c’è la chiusura totale dell’ospedale ad altre patologie. Che poi vorrebbe dire rischiare di compromettere la vita a migliaia di malati oncologici e cronici che vengono qui a curarsi da tutta Italia.
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