Covid, mafia e usura: quante carogne campano sulle disgrazie

di Antonio Castaldo e Milena Gabanelli

La mafia ha sempre lucrato sulle disgrazie. Lo sta facendo anche adesso, in piena pandemia, con un’economia messa in ginocchio dal Covid. Le imprese hanno cominciato a boccheggiare e il crimine organizzato è già lì, pronto a pompare denaro sporco invadendo ogni spazio lasciato vuoto nell’economia legale. L’impresa di Stefano Maioli dal 1994 si occupa di risparmio energetico nell’edilizia e faceva i lavori più grossi tra Reggio, Parma e Modena. A marzo i clienti non riescono più a pagare, ma ci sono 15 dipendenti a cui erogare lo stipendio, i fornitori e le bollette da saldare. La banca prende tempo per erogare un prestito modesto e alla fine li chiede a uno strozzino legato al clan dei casalesi. Interessi al 250%. Una storia simile a quella di tanti imprenditori, ma solo alcuni hanno potuto denunciare. Dallo scorso marzo la Guardia di Finanza ha portato a termine sette operazioni che svelano interessi illeciti di personaggi vicini ai clan per accaparrarsi i fondi straordinari a sostegno delle imprese. Mentre un’inedita ricerca di Transcrime segnala elementi di preoccupante opacità nel fiume di transazioni e passaggi di proprietà che non si è arrestato neppure con il lockdown. «Se la diffusione della pandemia da un lato mette a dura prova la sopravvivenza sul mercato di molte imprese – argomenta il generale Alessandro Barbera, a capo dello Scico della Guardia di Finanza –, dall’altro rappresenta per le organizzazioni mafiose una grande occasione per investire i propri capitali illeciti, allo scopo di riciclarli nelle aziende in difficoltà di liquidità».

Crescono usura, segnalazioni sospette, interdittive
Rating 3.00 out of 5

Pages: 1 2


No Comments so far.

Leave a Reply

Marquee Powered By Know How Media.