Dal tutti a casa a tutti a spasso. Lockdown, trova le differenze da marzo a oggi
Oggi, chi giri a Milano o a Torino – per citare due città in zona rossa – nelle ore in cui si può girare con autocertificazione (cioè tutte, esclusa la notte), non ha un’impressione molto diversa da quella che si ricavava al tempo pre-virus. Il traffico è grosso modo lo stesso. E se osserviamo i bar delle regioni in cui possono i bar stare aperti (almeno fino alle 18) non vediamo tante mascherine. Si sta ai tavolini come si è sempre stati, e di assembramenti ce ne sono talmente tanti che ieri il Viminale ha preparato un inasprimento dei controlli e probabilmente un’ulteriore stretta, per stretta intendendo la chiusura di alcune strade e piazze.
Perché siamo cambiati? In parte perché abbiamo meno paura, e questa è una buona notizia. Ma in parte anche perché non tutti hanno contezza del rischio che corrono ma soprattutto del rischio che fanno correre, poi, ai più anziani che incontrano. Ora che si parla tanto di unità nazionale, ecco: l’unità nazionale dovrebbe partire da certe piccole cose.
QN.NET
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