Coronavirus, le Regioni pensano agli anziani. “Fasce orarie per la spesa”

di ANTONELLA COPPARI

Corsie preferenziali per la spesa per gli over 65 e obbligo di consumare seduti nei locali dopo le 15 tutti i giorni. Limitazioni allo shopping nei weekend con la chiusura di parchi commerciali, oltre ai centri, e dei grandi negozi monomarca alla Decathlon. È il piano che i governatori di Emilia-Romagna, Veneto e Friuli Venezia Giulia stanno mettendo a punto per evitare il salto da giallo ad arancione. “Servono ulteriori restrizioni per fermare la diffusione del Covid”, spiega il presidente Bonaccini.

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L’obiettivo è contenere la socialità – di qui anche interventi sulle strade e sulla riviera Adriatica per bloccare la movida – e le occasioni di assembramento, senza dover intervenire sulla mobilità tra regioni. Differenza fondamentale anche ai fini del commercio e delle attività economiche: essendo argomento molto delicato, solo dopo un ultimo giro di consultazioni si definiranno misure per regolare l’apertura di locali e negozi nei weekend. E si definirà nel dettaglio come dare la precedenza in certi orari (molto probabilmente di primo mattino) agli over 65 per permettere loro di fare la spesa con tranquillità. Di sicuro, saranno previsti più controlli e sanzioni per chi viola i divieti.

Le ordinanze – attese per ieri – arriveranno oggi per entrare in vigore a mezzanotte: saranno, se non identiche, assolutamente omogenee e coordinate dalle tre amministrazione regionali in contatto anche con il ministero della Salute. La decisione delle tre Regioni non è spontanea: ad esercitare una decisa pressione martedì è stato proprio Speranza mettendo sul piatto della bilancia la trasformazione in zona arancione senza un giro di vite .

È la strategia scelta dal premier per evitare il lockdown generalizzato, diventato oramai una linea del Piave da cui dipende la residua credibilità del governo con un combinato disposto di upgrade dal giallo all’arancione o di interventi autonomi nella stessa direzione dei governatori di regione. Peraltro: l’articolazione coinvolge poi anche i sindaci che, in collaborazione con i comitati provinciali per la sicurezza, hanno ampia autonomia ma anche mandato specifico per la chiusura di spazi urbani a rischio di affollamento. Ragion per cui, a Bologna il primo cittadino, Merola, ha vietato ogni evento nelle vie e nelle piazze del centro storico. A Roma si contingentano le presenze nei parchi, che in alcuni comuni d’Italia verranno chiusi.

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