Covid, che Natale sarà? Il governo apre il dossier: si punta a salvare il cenone ma tra pochi intimi
Quaranta giorni sono un tempo infinito per prevedere che Natale sarà, eppure il dossier dei cenoni e dei veglioni già preoccupa e interroga il governo. Giuseppe Conte ne ha parlato in diverse occasioni, rivelando la filosofia con cui intende affrontare le feste natalizie. L’idea che trapela dai piani alti del governo è che, con prudenza e in sintonia con le altri capitali europee, «qualche allentamento ci sarà». Si potrà cenare e pranzare insieme la Vigilia e il 25 dicembre, ma con «pochi intimi» e rispettando le regole, mascherine e distanze. E se la curva del virus si sarà finalmente appiattita, finirà il coprifuoco dalle 22 alle 5: la misura che l’inquilino di Palazzo Chigi soffre più di ogni altra. Il Dpcm potrà contenere una raccomandazione sul numero massimo di persone a tavola, ma l’idea di decidere per decreto se gli italiani debbano festeggiare con i parenti di primo o secondo grado, Conte proprio non la considera. Non immagina «baci e abbracci, cenoni e tombolate», però una settimana fa sul Corrieresi è augurato che il Natale porti «un po’ di serenità» e che l’economia «potrà marciare a pieno regime». Un auspicio che ha poi ribadito su Facebook, quando ha risposto alla lettera di Tommaso, 5 anni, con la trovata dell’«autocertificazione» che consentirà a Babbo Natale di «distribuire regali a tutti i bambini».
«Non sarà liberi tutti»
Il regalo che Conte aspettava è il calo dell’indice Rt all’1,4%. «Non vuol dire che siamo fuori pericolo, ma che le misure stanno iniziando a produrre i loro effetti», ha commentato dialogando con Landini alla Cgil. L’avvocato è soddisfatto e non solo perché la prima frenata del virus coincide con la sua risalita nei sondaggi. Il sollievo è dovuto alla convinzione che il sistema dell’Italia divisa per fasce di rischio stia funzionando e abbia evitato quel lockdown generalizzato per il quale parte del governo si era spesa. In vista del nuovo Dpcm, da scrivere entro il 3 dicembre, il braccio di ferro con i rigoristi è destinato a ripartire. Per il ministro Roberto Speranza è troppo presto per valutare regole e allentamenti: «Discussione surreale». Ma il suo consigliere Walter Ricciardi boccia assembramenti e «cenoni aperti».
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