Covid, il decorso della malattia: quali sono i sintomi e perché si può aggravare dopo la prima settimana
1- Che significa guarire dal Covid-19?
«Significa
estinguere i sintomi della malattia causata dall’agente infettivo
chiamato Sars-CoV-2, ad esempio mal di gola, polmonite, difficoltà nel
respirare, insufficienza di vari organi. Il contagio non consiste nella
trasmissione del virus ma della malattia», chiarisce Giorgio Palù,
emerito di virologia all’università di Padova.
2- Chi guarisce dai sintomi resta positivo?
«Si può guarire e rimanere positivi al test molecolare o a quello antigenico che rilevano rispettivamente la reattività a frammenti dell’Rna (il nucleo) del virus o nei confronti di un antigene appartenente alla struttura del virus. Però non è detto che questi frammenti rappresentino particelle virali infettanti. In altre parole, un positivo può non essere contagioso e infezione non significa malattia».
3- La contagiosità di un individuo dipende dalla carica virale?
«Sì,
questo è un assioma dell’infettivologia. La diffusione di un
qualsivoglia agente di malattia trasmissibile, sia esso batterio, virus,
parassita, fungo, protozoo o tossina, dipende dalla concentrazione e
quindi dall’attività di replicazione del virus e da quanto un individuo
viene colpito. Se è bassa possiamo non essere infettivi. Alcuni
ricercatori hanno stimato qual è la carica virale minima presente nelle
secrezioni respiratorie necessaria a trasmettere l’infezione. Ma non
esiste ancora un test specifico per misurare con precisione la carica di
questo coronavirus».
4- Quanto tempo passa in media dalla remissione dei sintomi al risultato negativo del test?
«Non
c’è un tempo definito, sono situazioni molto variabili. Dipende
dall’età, dalla concentrazione virale, dallo stato immunitario. Sono
stati visti pazienti immunodepressi che per mesi non sono riusciti a
liberarsi del virus. Gli anziani possono avere infezioni di maggiore
durata perché il loro sistema immunitario è funzionalmente senescente e
meno allenato rispetto a quello dei bambini che ricevono tante
vaccinazioni e vengono a contatto con diversi virus, tra i quali i
normali coronavirus del raffreddore».
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