Tamponi, in arrivo i primi test «fai da te»: il Veneto apripista

«Si tratta di un tampone delle fosse nasali – spiega – da mettere poi nel contenitore del reagente. La sperimentazione avverrà in doppio: ogni test fai da te sarà validato da un tampone molecolare. Per ampliare la sperimentazione stiamo valutando di lavorare con molte delle microbiologie venete, quattro o cinque, per avere un numero elevato di test e più centri coinvolti. Parametri, questi, che aumentano notevolmente l’affidabilità della sperimentazione che, poi, sarà presentata all’Iss per la validazione».
Ma che si fa dopo aver infilato il tamponcino nel contenitore del reagente ottenendo l’esito? Si apre l’app di biosorveglianza «Zero Covid Veneto» (deliberata due giorni fa dal Consiglio regionale) e si riporta l’esito in modo da renderlo accessibile al sistema sanitario regionale. Rigoli, infine, annuncia un’ulteriore battaglia d’avanguardia, quella sui diversi ceppi del virus.
«Mi capita, a mezzanotte, – spiega – di andare di persona a fare tamponi al drive-in perché è importantissimo chiedere ai soggetti se sono sintomatici o no e da dove vengono. Sicuramente ci sono ceppi diversi del virus e altrettante mutazioni: speriamo di dimostrarlo con la sequenza genetica. Con l’Istituto profilattico delle Tre Venezie, centro europeo di riferimento, abbiamo concordato di inviare tutti i ceppi individuati da febbraio a oggi perché siano sequenziati».

CORRIERE.IT

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