Miozzo (Cts): «Le scuole chiuse sono la vera emergenza. Dobbiamo riaprirle»

Secondo molti scienziati fa aumentare i contagi.
«Per la stragrande maggioranza dei bambini, i vantaggi di tornare in classe superano di gran lunga il basso rischio di ammalarsi di coronavirus e le scuole possono intervenire per ridurre ulteriormente i rischi. I dati ci dicono che è difficile discriminare che l’infezione di un ragazzo sia avvenuta a scuola piuttosto che nei momenti precedenti o successivi».

Vale la pena di rischiare?
«La scuola è comunque un ambiente protetto, controllato, dove insegnanti e personale obbligano i ragazzi al rispetto di severe regole comportamentali e dove oltre l’obbligo c’è il momento educativo, pedagogico; dove il tuo insegnante ti rende consapevole del momento, partecipa ai suoi ragazzi le proprie percezioni, condivide emozioni e indicazioni utili a comprendere come loro possono essere un pericolo per i loro cari, genitori o nonni che siano».

È contrario alla Dad, la didattica a distanza?
«Si tratta di uno strumento di eccezionale utilità da utilizzare in situazioni di vera emergenza e soprattutto per periodi limitati. La chiusura delle scuole senza divieto di spostamento comporta la possibilità reale che i ragazzi nel tempo libero dalla scuola si incontrino nei locali pubblici, nei centri commerciali, nelle case private dove si ritrovano a gruppi senza alcun controllo o mediazione».

È stato il Cts a chiedere divieti per la movida.
«I giovani che partecipano alla movida sono qualche migliaio in tutta Italia. Chiediamoci anche quanti sono i giovani che da settimane o mesi non escono più di casa, rifugiati nel buio della loro stanza davanti ad uno schermo di pc per ore ed ore, vittime di quella ormai famosa “sindrome della capanna” che genera paure, ansie, insonnie e tante altre patologie della mente. Fra qualche tempo, ad emergenza Covid superata, vedremo i disastri provocati».

È questo che teme?
«Oltre al tentativo di reclutamento da parte della criminalità organizzata di bambini sotto i 14 anni che per settimane non frequentano la scuola».

Perché non vi siete opposti alla chiusura delle scuole prevista dall’ultimo Dpcm?
«Nel parere abbiamo raccomandato di prevedere un ritorno alla scuola in presenza prima possibile per tutti i ragazzi, senza distinzione. Adesso abbiamo l’obbligo come comunità scientifica di valutare il rischio potenziale del ritorno di milioni di studenti alla scuola in presenza, e dobbiamo fare l’impossibile affinché questo sia un livello di rischio accettabile».

Da giorni il Cts è sotto attacco. Vuole rispondere?
«Non dovrei, ma alla mia età voglio permettermi di farlo. Alcuni scienziati che vedo spesso in tv non hanno capito (o non vogliono capire) che Covid-19 non è un’emergenza sanitaria, ma una crisi globale che comprende ovviamente temi sanitari ma anche sociali, politici, economici, di sicurezza del territorio, di relazioni internazionali. Noi ci confrontiamo, litighiamo anche ma poi troviamo una mediazione su ogni dossier. Se poi questo diventa tavole della legge significa che siamo tutti degni discepoli di Mosè».

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