Recovery Fund, da Ungheria e Polonia veto sul Bilancio Ue
All’inizio delle scorsa settimana, dopo dieci settimane di scontri, era stato trovato l’accordo tra Parlamento europeo e governi sul Bilancio Ue 2021-2027, premessa per il lancio del Recovery Fund da 750 miliardi creato a luglio dai capi di Stato e di governo dei Ventisette. A sbloccare le trattative, i 16 miliardi aggiuntivi al budget dell’Unione ottenuti dall’Eurocamera per aumentare i programmi bandiera Ue come Erasmus, Horizon (ricerca) e Eu4Health (salute), cultura e migranti. La settimana prima era arrivata invece l’intesa su come vincolare i fondi Ue al rispetto dello stato di diritto.
Passato quello scoglio, sarebbe stato necessario proprio il voto dei governi sul nuovo testo su Bilancio Ue e stato di diritto insieme a quello sulle future risorse proprie dell’Unione che finanzieranno parte del Recovery. Se Bilancio e risorse proprie dovevano essere concordate all’unanimità, sullo stato di diritto era sufficiente la maggioranza. Il problema è dunque che Varsavia e Budapest hanno scelto la linea dello scontro totale, proprio l’ipotesi ritenuta improbabile dai partner in quanto perderebbero i generosi finanziamenti Ue e salterebbe tutto il meccanismo di rilancio da oltre 1.800 miliardi.
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