Che cosa saremmo senza Natale
E quest’anno che il Natale vien forse abolito per decreto, per pandemia, per lockdown, per distanziamento, ecco, quest’anno forse gli antipatizzanti del Natale avranno qualcosa da festeggiare: ma non il popolo, non la maggioranza di tutti noi, cristiani agnostici e magari anche atei, ma orfani di qualcosa che ci mancherà. E non c’è niente di più triste nel dire che forse insomma, è meglio così, si torna alla dimensione spirituale e basta spese pazze, abbuffate a tavola, insomma consumismo. “Ciascuno preghi da solo, in cuor suo”, ci raccomandano, e va bene dobbiamo evitare il contagio, per carità. Ma non diteci che il Natale sarà più bello così, più “puro e più spirituale”. Siamo fatti di carne, il cristianesimo stesso è incarnazione, e come i soldati francesi britannici e tedeschi abbiamo bisogno di uscire dalle trincee, abbracciarci, brindare insieme e giocare una partita di pallone. E non raccontateci balle su quanto è cristiano il Natale povero: perché senza acquisti, senza compere natalizie, diventeranno poveri in tanti, e non è questo che voleva Nostro Signore quando venne fra noi. Sarà anche inevitabile, il Natale a distanza: ma almeno non diteci che così sarà più Natale.
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