Coprifuoco a mezzanotte: dal 3 dicembre si riparte. Il Lazio: noi non apriamo
di Mauro Evangelisti e Alberto Gentili
«Non rifacciamo gli stessi errori di questa estate e ve lo dice una Regione che forse è l’unica con l’Rt sotto a 1», ha detto a un certo punto l’assessore alla Salute del Lazio, Alessio D’Amato, nell’incontro di ieri pomeriggio tra Regioni e governo. Si è parlato dell’ipotesi di riaprire negozi, bar e ristoranti, anche nelle Regioni in fascia arancione e rossa dopo il 3 dicembre: si va in quella direzione, con un coprifuoco che slitta alle 23 o a mezzanotte. Il Lazio, che è in fascia gialla dunque con chiusura di bar e ristoranti alle 18, si è però tirato indietro: noi non cambieremo le regole, meglio essere prudenti.
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I dati di ieri confermano il rallentamento della corsa dei contagi: 36.176 nuovi casi, meno di giovedì 12 novembre pur avendo fatto molti più tamponi (ieri 250.186, la percentuale di positivi ora è al 14,6 per cento), frenata importante per i ricoveri (+ 42 in terapia intensiva). Resta doloroso il bilancio dei decessi: 653. L’Rt nazionale (indice di trasmissione dell’epidemia) è però migliorato, è sceso a 1,2 (era a 1,43) e oggi la cabina di regia esaminerà i 21 indicatori per decidere se vi sono Regioni che devono cambiare di fascia. «Non escludo che alcune diventino rosse», ha detto il ministro Francesco Boccia. Ma oggi né Puglia, né Basilicata e tantomeno Liguria diventeranno rosse.
Il lungo vertice tra governo e Regioni, presieduto da Boccia, è finito con un compromesso. I parametri per decidere le restrizioni resteranno invariati fino al 3 dicembre, a dispetto delle richieste dei governatori, e nel frattempo un tavolo tecnico valuterà eventuali modifiche. In cambio le Regioni hanno ottenuto l’impegno del governo a ottenere i “ristori” per le categorie colpite dalle chiusure decretate anche con le loro ordinanze. In più il Dpcm del 3 dicembre sarà frutto di un «coordinamento politico» tra Regioni e governo.
In ogni caso c’è il Natale
dietro lo scontro sui parametri. I governatori spingono per riaperture
rapide, in modo da poter concedere una boccata d’ossigeno a negozi, bar e
ristoranti. Il governo è più prudente. «Nessuno sottovaluti la serietà
della situazione, non si può assolutamente scambiare qualche primissimo e
ancora insufficiente segnale incoraggiante in uno scampato pericolo»,
ha avvertito il ministro della Salute, Roberto Speranza.
Però un
allentamento ci sarà già con il Dpcm del 3 dicembre e non si esclude un
decreto ad hoc a ridosso di Natale per un ulteriore ammorbidimento della
stretta «se la situazione epidemiologica lo consentirà». Con una linea
già tracciata: massima sobrietà per cene e riunioni in famiglia e
allentamento delle misure per il settore del commercio e della
ristorazione. In sintesi: regali sì, cenoni “ni”.
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