Tasse e cartelle esattoriali, le scadenze slittano ad aprile. Altri 10 miliardi di ristori
di Andrea Bassi
ROMA Altri 10 miliardi. Due subito, per allargare a tutte le nuove zone rosse gli indennizzi alle imprese obbligate a rimanere chiuse a causa dei Dpcm del governo. Poi altri 8 miliardi per un nuovo decreto, il quarto della classe Ristori, per far slittare le scadenze fiscali di novembre e dicembre rimandandole al prossimo 30 aprile. Con un occhio all’evoluzione della pandemia, il governo prepara i due nuovi provvedimenti che ne precederanno un altro ancora che invece dovrebbe arrivare a gennaio. APPROFONDIMENTI
Decreto Ristori ter, via libera del Cdm
Il primo passo è il varo del terzo decreto. Un provvedimento da 2 miliardi di euro che era partito da 1,4, poi è aumentato con l’inserimento di 400 milioni da destinare ai Comuni per gli aiuti alimentari e per estendere alle nuove zone rosse tutte le misure previste dal secondo decreto ristori. Dunque gli indennizzi fino al 200% per le imprese chiuse dai Dpcm in base all’elenco dei codici Ateco allegato al provvedimento, ai quali vengono aggiunti i negozi di scarpe; la sospensione del pagamento dell’Iva per le imprese soggette agli Isa, gli indici sintetici di affidabilità.
La cancellazione della seconda rata dell’Imu nel caso in cui il negoziante sia anche proprietario delle mura tra le quali esercita la propria attività. Ed ancora, le detrazioni per gli affitti. E poi i bonus baby sitting da 1.000 euro per i genitori costretti a casa per badare ai figli fino a 12 anni che non possono frequentare le scuole a causa delle chiusure (a patto però che svolgano attività che non possono essere fatte in smart working), al quale si affianca anche il congedo al 50 per cento di stipendio.
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