Statali, aumento di 107 euro al mese: maggiorazione superiore al 4%, a regime dal 2021
Da allora quindi l’incremento calcolato sullo stipendio medio mensile sarebbe di 107 euro lordi, mentre le cifre degli anni precedenti verrebbero percepite come una tantum. Per legge gli stessi criteri del settore statale devono essere applicati ai dipendenti degli enti territoriali, quindi Regioni, Comuni, province e sanità. L’onere a carico dei bilanci delle amministrazioni interessate sarà poco meno di 3 miliardi a regime; gli incrementi sono calcolati su 1,38 milioni di dipendenti con una retribuzione media un po’ più alta (38.190 euro l’anno).
L’OFFERTA
Perché l’offerta del governo non piace ai sindacati, che hanno proclamato lo sciopero per il prossimo 9 dicembre? Secondo le sigle di categoria di Cgil, Cisl e Uil i dipendenti pubblici «chiedono aumenti salariali in linea con la condizione economica delle famiglie e, soprattutto, di non vedersi sottratte dalla busta paga somme già erogate in questo momento». Il riferimento al fatto che le somme stanziate comprendono anche altre voci: l’indennità di vacanza contrattuale scattata dal 2019, il cosiddetto “elemento perequativo” (una ulteriore maggiorazione riconosciuta nella precedente tornata) e i fondi destinati al salario accessorio di militari e forze di polizia. Questi elementi verrebbero “assorbiti” negli aumenti rendendoli di fatto più bassi rispetto alla situazione attuale: appunto 83 euro mensili in media, secondo il calcolo del sindacato Unsa. Con il precedente rinnovo, i dipendenti pubblici avevano avuto in media 85 euro lordi al mese in più, ovvero un incremento del 3,48%.
IL MESSAGGERO
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