Ma Salvini ha capito che ha vinto Biden?
- Roberto Arditti Direttore editoriale di Formiche.net
La mossa (sbagliata a mio avviso) del leader leghista di agevolare il passaggio al gruppo della Lega di tre deputati (Carrara, Ravetto e Zanella) di Forza Italia evidenzia diversi aspetti critici dell’intera coalizione di destra, ma soprattutto mette in piazza una incapacità (questa però tutta dell’ex ministro dell’Interno) assai preoccupante per un uomo politico oggi alla guida di un partito importante e magari (un domani) a capo del governo.
Nell’accettare l’ingresso in Lega dei tre parlamentari (ex) azzurri (di cui due eletti in Lombardia, dettaglio non da poco vista l’esiguità di posti a disposizione nella prossima legislatura) Salvini mostra cioè di faticare assai nella lettura dei fatti politici intorno a lui, in particolare di quelli che accadono all’estero.
Nello specifico una maggiore attenzione alle vicende americane lo avrebbe portato a ben altre decisioni, pur nel frangente concitato (tra norma pro Mediaset e ammiccamenti vari tra PD e FI) in cui anche lui è costretto a operare, per una ragione tanto semplice quanto dirompente nei sui effetti: a Washington vince Biden e perde Trump.
Quindi (domanda retorica), la tesi di questo articolo è che la vittoria di Biden c’entra qualcosa con il passaggio alla Lega di Carrara, Ravetto e Zanella? Certo che sì. E dico di più: proprio perché ha vinto Biden quel passaggio in blocco è stato una scelta avventata, una reazione “di pancia” non consona ad un capo politico di serie A, una mossa di ritorsione che però denuncia palesemente un vuoto strategico cui si cerca di porre rimedio con spasmodico ricorso alla tattica.
Per capirci meglio occorre considerare tre elementi essenziali (di cui due “esterni” alla politica nazionale), i cui effetti però sono convergenti e, tutto sommato, anche perfettamente dotati di sincronia temporale.
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