Covid, Ippolito (Cts): «Natale? Con pochi invitati e no a spostamenti tra regioni»
Giuseppe Ippolito, direttore scientifico
dello Spallanzani e componente del Cts, il lento decremento dei contagi
conferma che oggi l’unico intralcio all’epidemia è obbligare la gente a
restare a casa?
«Senza misure cosiddette non farmacologiche,
quali il distanziamento e la limitazione di movimento, non è possibile
affrontare questa pandemia. Il decremento dei contagi osservato è
l’indicatore migliore dell’efficacia delle misure adottate nel nostro
Paese, analogamente a quanto è avvenuto in altri Paesi europei che hanno
avuto il coraggio di adottarle e mantenerle nonostante lamentele e
proteste».
Se nelle prossime settimane l’Rt scendesse sotto l’unità si potrebbero avviare progressive riaperture?
«Il governo deciderà le misure tenendo conto dei dati del monitoraggio. In ogni caso escludo che si debba arrivare ad un tana liberi tutti».
Natale contenuto?
«Non è
perché è Natale che si debbano usare misure diverse. In questi giorni
tutti i Paesi stanno valutando i rischi delle festività sulla base della
dinamica della pandemia. Negli Usa, dove è stato registrato 1 milione
di nuovi casi di Covid-19 nella sola ultima settimana, i Centers for diseases control hanno emanato raccomandazioni per il giorno del ringraziamento, il prossimo 26 novembre».
Il virologo Anthony Fauci passerà il giorno del ringraziamento su Zoom. Lo dovremmo imitare?
«Un modo sicuro è riunirsi a casa e limitare la lista degli invitati ai familiari più stretti. Con l’aumentare del numero di persone, soprattutto se non conviventi, aumenta il rischio di venire a contatto con il virus. Gli spostamenti da una parte all’altra del Paese per raggiungere amici e familiari non sono una buona scelta. Non dobbiamo perdere i risultati ottenuti».
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