Il vaccino anti Covid è sicuro? Le garanzie su quelli di Astrazeneca, Moderna, Pfizer e BioNTech
In quanto tempo si sviluppa un vaccino?
Risponde
Guido Rasi, ex direttore dall’Ema, l’agenzia europea del farmaco,
professore di microbiologia all’università di Tor Vergata: «Il tempo è
variabile e imprevedibile. Per l’antinfluenzale basta un anno perché
si parte da una piattaforma tecnologica dove viene inserito il virus
che cambia. Col vaccino dell’epatite C si tenta da anni ed é stato un
fallimento così come per l’Aids. Per l’anti Ebola ci sono voluti 8 anni dovuti alle difficoltà legate alla breve durata delle epidemie».
Perché l’anti Sars-CoV-2 invece arriva dopo un anno?
«Non c’è stato nessun problema nell’arruolamento pazienti in quanto l’epidemia non si è mai interrotta. È stato facile fare la sperimentazione in una popolazione molto esposta al virus».
Cos’altro ha velocizzato i tempi?
«Sono
stati investite somme mai viste e utilizzate piattaforme tecnologiche
che hanno messo insieme più gruppi di ricerca che hanno lavorato su
elementi messi subito a disposizione della comunità scientifica. Si è
lavorato per grandi consorzi e non per singoli laboratori».
Il vaccino ha «viaggiato» su una corsia preferenziale?
«In
Ema è stata costituita una task force che lavora solo sul Covid,
composta da esperti indicati dalla rete delle autorità regolatorie
nazionali. A loro spetta la valutazione dei dati prodotti per lo
sviluppo di farmaci e vaccini anti Covid. Le aziende sono state
autorizzate a mandare i dati man mano che ne avevano e la task force li
ha esaminati volta per volta senza dover attendere la conclusione
dell’intero dossier per l’autorizzazione. In questo modo i tempi di
valutazione si accorciano: da 1 anno a 3 mesi. L’Ema sta lavorando da 3
mesi su sui vaccini di Astrazeneca, Moderna e Pfizer/Biontec».
La velocità va a scapito della sicurezza?
«No, nessuna tappa è stata saltata, come ha affermato anche il virologo Anthony Fauci. Sono state eliminate solo le inefficienze amministrative e burocratiche e le aziende hanno messo in campo tutte le forze».
Sono stati semplificati i test di fase 1 e 2?
«No.
Quando si dice che le fasi 1 e 2 sono state portate avanti in parallelo
significa che mentre un gruppo di pazienti veniva osservato con la
metodologia inerente la fase 1, un altro gruppo veniva osservato per la
fase successiva. Il rischio è di chi produce il farmaco. Se la fase 1
andasse male si sprecherebbero le risorse impiegate in fase 2».
Quante persone sono state vaccinate?
«Oltre 130mila, compresa la fase 3. Tradizionalmente vengono arruolate tra 300 e 3000 persone».
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