Capodanno con il coprifuoco, il piano del governo per blindare il Natale
Ma andiamo con ordine. I segnali dal fronte dell’epidemia sono finalmente incoraggianti: ieri 37.767 nuovi positivi, 2.474 in meno di venerdì quasi a parità di tamponi. Con 692 morti, ma appena 10 nuovi ricoveri in terapia intensiva. In più torna a scendere il rapporto tra positivi e tamponi: è al 14,6%, un punto in meno rispetto al dato di venerdì. E se, com’è prevedibile, questa regressione dell’epidemia continuerà (già Lazio, Sardegna, Liguria Molise hanno l’indice Rt sotto l’1), il governo il 3 o il 4 dicembre scriverà un Dpcm che allenterà la stretta sugli esercizi commerciali, bar e ristoranti. Anche per ridurre l’importo dei “ristori”.
Sarà consentito lo shopping per gli acquisti di Natale, con i negozi che potranno rimanere aperti in una fascia oraria più ampia (fino alle 22) per evitare assembramenti. Ci sarà anche l’apertura dei centri commerciali nei fine settimana e nei giorni festivi. Saranno però contingentati gli ingressi nei negozi e nelle strade e piazze dello shopping. Apertura serale anche per ristoranti, bar e pub.
Poi a ridosso di Natale – forse con un nuovo Dpcm, se non sarà stato quello del 3-4 dicembre a dettare le regole natalizie – arriverà la nuova stretta. Obiettivo: limitare il rischio della trasmissione del virus in famiglia dove, secondo gli esperti, avviene il 75-80% dei contagi. Un giro di vite – che «non potrà essere il lockdown nazionale, scoppierebbero le rivolte di piazza…», dice chi segue il dossier – già anticipato da Giuseppe Conte due giorni fa: «Dobbiamo prepararci ad un Natale più sobrio. Veglioni, festeggiamenti, baci e abbracci non saranno possibili. Una settimana di socialità scatenata significherebbe pagare a gennaio un innalzamento brusco della curva in termini di decessi e stress sulle terapie intensive. E non ce lo possiamo permettere». Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ieri ha ribadito la linea: «Dovremo ancora resistere. Guai a interpretare i primi segnali di contrazione dell’epidemia come un liberi tutti». «Questo Natale», ha confermato la sottosegretaria Sandra Zampa, «dobbiamo sforzarci di essere il meno numerosi possibile» perché «più si allarga la cerchia di persone che non si frequenta abitualmente e maggiore è il rischio». Dunque «immagino si possa dire 5-6 persone al massimo, ma è ovvio che non sarà possibile controllarlo».
Il giro di vite
Da qui l’ipotesi, visto che la campagna di persuasione potrebbe non bastare, di decretare una nuova stretta a ridosso di Natale, con coprifuoco anticipato (servirà anche a impedire le feste di Capodanno in piazza) e stop alla mobilità tra Comuni. «Queste due misure possono però disinnescare il rischio del cenone della Vigilia e del Capodanno, non quello rappresentato dal pranzo di Natale, di Santo Stefano, dai pomeriggi con tombolate, mercante in fiera, 7 e mezzo, panettone e torrone», dice un altro ministro, «perciò dovremo appellarci al senso di responsabilità degli italiani: evitiamo incontri con più di 6 persone, limitiamo al massimo gli inviti di amici e familiari non conviventi. E se proprio si vuole allargare la festa ad altri parenti, allora è valida l’idea del tampone rapido. Se per le Feste non si adotteranno le dovute precauzioni, a gennaio sarà un disastro. Tutti i sacrifici fatti saranno vani, come è accaduto dopo le follie di Ferragosto».
IL MESSAGGERO
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