Covid, Iss: «In rianimazione precedenza a chi può sopravvivere». E l’età non è l’unico criterio


Ovviamente sono stati individuati anche tutti i parametri, sono dodici ora all’esame dell’Istituto di sanità, e tutte le possibili condizioni da seguire prima di arrivare alla scelta. Scelta che i medici, sempre nel caso di sovraffollamento, quando possibile, intendono sottoporre anche al paziente. Alcuni, come ci ricorda l’ampio dibattito sul testamento biologico, potrebbero anche non desiderare di essere sottoposti a cure intensive. In ogni caso dovrebbero essere rispettate le volontà nel caso il paziente abbia lasciato uno scritto o, in quel momento, informi il medico che lo sta assistendo.


LE RISORSE
«Lo scenario in cui ci siamo trovati a marzo sta purtroppo tornando attuale con un’intensità e una durata ancora non quantificabili – fa sapere la presidente della Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva Flavia Petrini – Per questo si è lavorato sui criteri di scelta di fronte a una eventuale mancanza di letti in terapia intensiva. Gli anestesisti-rianimatori sono tra i sanitari maggiormente impegnati, in Italia come negli altri Paesi, nelle cure per i pazienti colpiti dal virus. La scarsità di risorse prodotta dalla pandemia ci coinvolge in modo particolare. Abbiamo fatto e stiamo facendo ogni sforzo per garantire le migliori possibilità di cura in circostanze spesso drammatiche. Come si è visto in tanti filmati».
La deontologia medica, come scrive nell’introduzione del documento Carlo Maria Petrini, direttore dell’Unità di Bioetica e presidente del Comitato etico dell’Istituto superiore di sanità, pone al centro il paziente privilegiando il criterio terapeutico. «Tuttavia – sono parole di Petrini – vi sono situazioni in cui è impossibile trattare tutti. In questi casi la sola etica ippocratica risulta insufficiente. Occorre applicare il triage. E come ogni atto medico deve basarsi innanzi tutto sui criteri di appropriatezza e proporzionalità».
Si cominciano, intanto, a vedere i primi effetti della generale stretta nel Paese. Frena, infatti, l’incremento dei pazienti ricoverati in terapia intensiva per Covid-19. Secondo i dati di ieri del ministero della Salute: sono dieci le persone entrate nei reparti di rianimazione, che portano il totale a 3.758. Superata invece la soglia dei 34 mila nei reparti ordinari.

IL MESSAGGERO

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