Berlusconi: «Il centro-destra vince solo con noi. Ecco le nostre richieste per dire sì al bilancio»
Caro direttore,
come il Corriere
ha diffusamente spiegato in questi giorni, Forza Italia ha deciso di
rispondere positivamente all’appello del Capo dello Stato alla
collaborazione istituzionale. È una scelta per noi naturale, addirittura
scontata, come è scontato che non si tratta di sostegno politico ad un governo che non approviamo e
ad una maggioranza i cui valori e i cui programmi sono incompatibili
con i nostri. Ma proprio dai nostri valori, che sono quelli liberali,
cristiani, europeisti, garantisti, nasce per noi il dovere della responsabilità verso gli italiani
e quindi della disponibilità a dare una mano, dall’opposizione, per far
uscire l’Italia dall’emergenza nella quale ci troviamo. È persino
superfluo aggiungere che questo non mette in discussione la nostra appartenenza al centro-destra, che non soltanto è la nostra casa, una casa che noi abbiamo fondato e fatto crescere anche a costo di grandi sacrifici, ma che senza di noi non potrebbe mai vincere e tantomeno governare. Non è pensabile, in un grande Paese europeo, un centro-destra di governo che non abbia una forte caratterizzazione liberale.
Problemi storici
Si tratta invece di essere consapevoli del fatto che l’Italia si trova nel mezzo di una crisi drammatica, una crisi sanitaria ed economica senza uguali almeno dal dopoguerra. È una situazione di emergenza che riguarda il mondo intero, ma che in Italia si innesta su una serie di problemi storici, di debolezze e diseguaglianze strutturali, di contraddizioni irrisolte. Semplificando, la situazione è questa: coloro che sono già garantiti — il lavoro dipendente, il pubblico impiego — in qualche modo continuano ad essere garantiti, almeno per il momento, in questa crisi. Coloro che non erano garantiti prima, il lavoro autonomo, i commercianti, gli artigiani, i professionisti, i piccoli e piccolissimi imprenditori, le partite Iva, i lavoratori a contratto, oggi rischiano di essere abbandonati a sé stessi. La rabbia, il dolore, la disperazione che scorgiamo negli occhi di molti — che vedono vanificata l’attività di una vita, i sacrifici fatti, la speranza di un futuro per sé e per i propri figli — sono sentimenti che non solo condivido, ma richiedono risposte concrete e urgenti.
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