Caso Philip Morris, 5S contro Casaleggio: “Aumentiamo le tasse”
Dopodiché la faccenda si colloca in un contesto di guerra aperta dentro il M5S, tra il grosso del gruppo parlamentare e dei membri del governo del Movimento e Casaleggio con la sua associazione Rousseau e il mai chiarito davvero ruolo interno ricoperto in questi anni. Nessuno ha più voglia di prestare il fianco al potenziale conflitto di interessi tra una società di consulenza e l’attività istituzionale del partito. La commistione del resto toccò anche altri ambiti, vedi ad esempio le sponsorizzazioni di note società del delivery food all’azienda milanese e le accuse dei collettivi di rider all’allora ministro del Lavoro Luigi Di Maio di essersi improvvisamente ammorbidito nel pretendere maggiori tutele per i ciclo-fattorini. Sembra però un’epoca fa, quando il controllo di Casaleggio sul M5S appariva intangibile. Oggi è tutta una rincorsa a prenderne le distanze. “Rousseau deve accettare le condizioni che sono emerse dagli Stati Generali e rispondere nelle scelte al M5S, oppure ci doteremo di un’altra piattaforma”, intima Gallo. Che detta così, sembra quasi una speranza.
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