Dalla Bce un aiuto all’Italia da 30 miliardi: così Francoforte sta coprendo il deficit tricolore
a cura di Osservatorio Conti Pubblici Italiani
Il Next Generation Eu sta alimentando forti preoccupazioni sui tempi in
cui saranno disponibili i fondi europei, giustificate soprattutto dallo
stallo politico in cui è recentemente incappato il progetto. Tali
preoccupazioni sembrano non considerare che la maggior parte delle
risorse di cui sta usufruendo ora l’Italia stiano già giungendo
dall’Europa, in particolare dalla Banca Centrale Europea. Dall’inizio
dell’anno la BCE ha infatti acquistato 142 miliardi di titoli pubblici
italiani, 30 miliardi in più di quanto avremmo dovuto beneficiare
secondo i criteri di acquisto solitamente seguiti dalla banca centrale. A
fine 2020 è probabile che la quota di debito pubblico acquistata dalla
BCE ammonterà ad oltre 170 miliardi, una cifra sufficiente a coprire
l’intero deficit registrato quest’anno.
Gli attuali programmi di acquisto titoli della BCE
Ancor prima della diffusione dell’epidemia di Covid-19, la Banca
Centrale Europea (BCE) acquistava titoli obbligazionari attraverso l’Asset Purchase Programme (APP), il piano di Quantitative Easing europeo adottato dalla BCE sul finire del 2014.[1]
Il piano si articola in quattro programmi distinti, tre dei quali
dedicati all’acquisto di obbligazioni private ed uno, il Public Sector
Purchase Programme (PSPP), rivolto all’acquisto di quelle pubbliche.[2]
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26 Novembre 2020
Gli acquisti dell’APP previsti per il 2020 erano inizialmente di 240
miliardi, ma l’importo è stato innalzato a 360 miliardi a seguito della
pandemia. [3]
Di questi, nei primi nove mesi del 2020 sono già stati effettuati
acquisti per 286 miliardi. I titoli detenuti nell’ambito dell’APP sono
così saliti a fine settembre a oltre 2900 miliardi (Tav. 1), di cui l’80
per cento pubblici (2405 miliardi) e il resto privati (569 miliardi).[4] Le risorse ancora disponibili nell’ambito di questo programma ammontano quindi a 74 miliardi fino alla fine del 2020.
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