Sanatoria fiscale al posto dei ristori, via imposte per 5,3 miliardi: ecco il piano
di Luca Cifoni
ROMA Un fondo con una dotazione di partenza di 5,3 miliardi, ma destinato ad allargarsi in base alle effettive necessità attingendo allo scostamento di bilancio per il 2021. Soldi che serviranno a cancellare i versamenti fiscali sospesi con il decreto Ristori Quater (pubblicato ieri in Gazzetta ufficiale) ma non in misura uguale per tutti. Il governo lo ha chiamato “perequativo” proprio perché l’idea è pareggiare i conti, realizzare una sorta di conguaglio tra le risorse erogate finora con i vari provvedimenti di sostegno e quelle che spetterebbero alle varie attività economiche sulla base di criteri più definitivi di quelli adottati finora: criteri che sono stati condizionati dalla fretta di assicurare un aiuto rapido alle imprese. APPROFONDIMENTI
Il meccanismo
Dunque a gennaio, quando
il meccanismo dovrebbe diventare operativo, ci sarà qualcuno che non
otterrà ulteriori risorse e qualcun altro che invece se le vedrà
incrementare: ma non sotto forma di bonifici provenienti dall’Agenzia delle Entrate
quanto piuttosto di cancellazione del debito fiscale. Più precisamente,
il testo del decreto parla di «esonero totale o parziale dalla ripresa
dei versamenti fiscali e contributivi». Chiaramente, nessuna azienda si
troverà nella condizione di restituire quanto ha già percepito, ma
eventualmente potrebbe essere chiamata a versare le imposte dovute.
L’idea di fondo è proprio quella di sostituire le erogazioni dirette con
mancati versamenti tributari.
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Il
punto chiave quindi è quali saranno i criteri usati per questa
redistribuzione. Il provvedimento appena approvato, rinvia ad un
successivo Dpcm, da adottare con deliberazione del Consiglio dei
ministri su proposta dei ministri dell’Economia e dello Sviluppo, con
parere delle commissioni parlamentari. Insomma una procedura complessa
sulla quale prevedibilmente si scatenerà la bagarre delle categorie
interessate.
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