Recovery Fund, Misiani: “Leggi speciali per utilizzare i fondi europei. Il premier non farà da solo”
Non siamo in forte ritardo?
“No. Stiamo costruendo l’interfaccia italiana della Commissione sul piano Next generation Eu. E nell’ultimo colloquio con Conte la presidente von der Leyen ha detto che l’Italia è in linea con i tempi previsti”.
Chi guiderà? Conte da solo o sarà affiancato da un paio di ministri?
“Ci saranno Gualtieri e Patuanelli che stanno seguendo il dossier dal principio. Come pure Amendola, che presiede il Ciae e sta selezionando i progetti. Conte, ovviamente, non può fare tutto da solo”.
Non rischia di sembrare un commissariamento degli altri dicasteri, che infatti già protestano?
“Le scelte politiche restano in capo al Consiglio dei ministri e al Parlamento, solo l’attuazione viene demandata alla nuova struttura”.
A supporto, ci sarà anche un comitato di manager?
“Che si dovesse individuare un responsabile per ognuno delle sei missioni del piano per la ripresa lo aveva già detto il premier”
Avete già in mente i nomi? C’è chi pensa ai Ceo delle grandi aziende di Stato, da Starace a Palermo.
“Lo deciderà Conte con i ministri. L’importante è che siano figure in grado di coordinare al meglio investimenti di grande portata e notevole complessità”.
E davvero avranno a disposizione 300 tecnici?
“Non stiamo parlando del progetto di una rotatoria, ma di spendere 209 miliardi! Serve una struttura dedicata che lavori h24 all’attuazione del piano con processi decisionali semplificati al massimo”.
E sul Mes? Il M5S ha dato via libera alla riforma europea ma continua a dire no all’attivazione di quello sanitario. Come finirà?
“Intanto mi pare già molto positivo che si sia trovata un’intesa sul via libera alla riforma del Meccanismo di stabilità, migliorato grazie anche al lavoro del ministro Gualtieri. L’utilizzo del Mes sanitario è un altro paio di maniche e non possiamo che prendere atto del dissenso: noi siamo a favore, ma per andare in questa direzione dobbiamo essere tutti d’accordo”.
E perché invece voi del Pd siete contrari alla patrimoniale?
“Non è nel programma né del governo, né del nostro partito. I singoli parlamentari hanno diritto di avanzare proposte, resta però il fatto che non è lo strumento più efficace per combattere le diseguaglianze”.
Ma una volta la sinistra non era favorevole a tassare di più i ricchi per dare ai più poveri?
“Io sono per la progressività del sistema fiscale, che confermeremo con la riforma dell’Irpef nel 2021. La patrimoniale invece è stata adottata da due soli paesi in Europa e ha problemi molto significativi di applicabilità e di efficacia perché si presta a essere largamente elusa”.
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