Test rapidi Covid, quale scegliere per un cenone di Natale sicuro? Ma la precauzione migliore resta l’isolamento
In quanto tempo una persona contagiata diventa contagiosa?
«Al
virus serve qualche ora per iniziare a moltiplicarsi: da quel momento
si diventa contagiosi. In media da quando avviene il contagio all’inizio
della replicazione del virus trascorrono 24 ore. Per, questo, per
essere più sicuri di ottenere un risultato veritiero, il tampone
andrebbe fatto dopo 48-72 ore dal presunto contagio. Ci sono però altre
variabili in gioco: molto dipende dalla carica virale,
se è bassa l’individuo sarà comunque meno contagioso, ma pur sempre
pericoloso per un soggetto fragile o immunodepresso. Inoltre la cinetica
virale non è uguale per tutti: c’è chi è più o meno veloce nella
reattività all’infezione. Qualcuno potrebbe iniziare a moltiplicare il
virus prima di altri».
Quanto tempo prima di incontrare i parenti andrebbe eseguito il tampone?
«Il tampone è la fotografia di un istante.
Posso risultare negativo al test rapido, ma infettarmi nelle ore
successive, prima dell’incontro familiare. Oppure potrei risultare
negativo, anche se magari sono stato appena contagiato ma il tampone non
è ancora in grado di rilevare la positività perché il virus è poco e non ha ancora cominciato a replicare.
In tal caso risulterei positivo solo ripetendo il tampone qualche ora
dopo. Il test andrebbe eseguito a ridosso dell’occasione di incontro, ma
almeno 24 ore dopo un eventuale contatto a rischio per verificare con
maggior certezza l’eventuale positività. Per motivi logistici
un’alternativa potrebbe essere fare il tampone magari il 22 dicembre ma
poi chiudersi in casa fino a Natale».
Se facessi il tampone
il 24 pomeriggio per partecipare al cenone di Natale, senza sapere che
mi sono contagiato proprio quella mattina, che cosa succederebbe?
«Molto probabilmente quel tampone risulterebbe negativo. Nelle ore del
cenone è però altamente possibile che io sia già infettivo, pur avendo
in mano un foglio che prova la negatività al tampone. Se alla cena fosse
presente una persona indebolita o immunodepressa è facile che contragga
quell’unico virus circolante. Se il tampone venisse fatto il 25
mattina, dunque circa 24 ore dopo il contagio, è molto probabile che
risulti invece positivo, sempre che il test diagnostico utilizzato abbia
una reale alta sensibilità».
Ma allora come ci si può regolare?
«Io vorrei che fosse chiara una cosa. Il tampone rapido non può essere un passaporto per il cenone perché potrebbe arrivare a tavola gente che in realtà è positiva per i mille motivi che abbiamo elencato: un test diagnostico non abbastanza sensibile o fatto troppo precocemente, una bassa carica virale, un’infezione successiva al test ma precedente all’incontro, la cinetica virale diversa da individuo a individuo. Il tampone rapido negativo è solo un semaforo verde psicologico. Contano molto di più la responsabilità e l’autocoscienza del singolo».
Che cosa consiglia per un pranzo di Natale in sicurezza?
«Bisogna fare un check dei nostri comportamenti nelle ultime 48-72 ore.
Se si è certi di non essere stati a contatto con persone positive, di
non aver avuto attività sociali e di non aver avuto comportamenti a
rischio come prendere mezzi pubblici affollati o mettersi in coda
davanti ai negozi senza mascherina mi sentirei abbastanza tranquillo se
il pranzo lo si condivide con i congiunti che abitualmente si frequenta e
che negli ultimi 2-3 giorni non hanno incontrato nessun altro. È molto
più sicuro un pranzo tra dieci persone che si vedono sempre che tra sei
che non si vedono mai. Mi preoccupa invece il cenone di Capodanno: sento
già di compagnie di che si stanno organizzando per cenare e dormire a
casa di amici per aggirare il coprifuoco: la cosa peggiore. Sarebbe
meglio cancellare il coprifuoco per
permettere a tutti, soprattutto ai ragazzi, di rientrare e dormire
ognuno a casa propria dopo aver brindato all’anno nuovo poiché oltre
all’assembramento va evitato il tempo di contatto ».
Ha risposto alle domande Pierangelo Clerici, Presidente dell’Associazione Microbiologi Clinici italiani e della Federazione Italiana Società Scientifiche di Laboratorio
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