Coronavirus, il Consiglio dei ministri approva il decreto di Natale: niente spostamenti dal 21 dicembre all’Epifania

Soprattutto, però, il decreto consente misure più rigide durante le festività a prescindere dal “colore” delle Regioni. E stabilisce che dal 21 dicembre non ci si potrà spostare tra Regioni e province autonome se non per lavoro, salute e “situazioni di necessità”, oltre che per tornare nella propria residenza, domicilio o abitazione. Ma è proprio sull’interpretazione di queste eccezioni (in particolare le “situazioni di necessità”) che è ancora aperto il dibattito con le Regioni. Così come sulle misure di dettaglio come quella di far chiudere i ristoranti degli alberghi la notte del 31 dicembre o sulle deroghe alla quarantena per chi rientri dall’estero.

La discussione si è scaldata soprattutto quando i due ministri di Italia Viva, Teresa Bellanova ed Elena Bonetti, hanno chiesto di eliminare dal testo il divieto di uscire dal proprio Comune il 25 e 26 dicembre e l’1 gennaio. E alla risposta negativa senza appello dei capi delegazione di Pd Dario Franceschini, M5s Alfonso Bonafede e Leu Roberto Speranza, il confronto si è fatto durissimo. E anche se Conte, prendendo atto dell’opinione favorevole della maggioranza del suo Cdm, ha dato il via libera alla norma, nelle prossime ore spetterà alle Regioni esprimere il loro punto di vista. E già due governatori, Michele Emiliano prima e Giovanni Toti poi, hanno criticato la scelta di “chiudere” i Comuni: “Non c’è buonsenso ma non senso”, attacca il presidente ligure. “Se vostra mamma vive sola a Laigueglia ma voi abitate ad Alassio, scordatevi di trascorrere il Natale con lei”.

TGCOM

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