Nuovo Dpcm dicembre: spostamenti fra Regioni e Comuni vietati, non più di dieci persone a tavola. Stasera la firma di Conte
Per le regioni in fascia gialla sarà possibile oltrepassare i confini regionali fino al 20 dicembre, è consentito anche il trasferimento nelle seconde case dove si potrà rimanere facendo poi ritorno presso la residenza o il domicilio. Per chi si trova in zona rossa o arancione sarà sempre possibile dal 4 dicembre al 6 gennaio fare ritorno nella propria abitazione di residenza e presso il domicilio.
Le festività
Il giorno di Natale, il 26 dicembre e il 31 gennaio non si potrà uscire dal proprio comune di residenza. La raccomandazione è di trascorrere i pranzi e le cene delle festività con i conviventi o con i parenti stretti. Si discute se inserire nel nuovo decreto anche una raccomandazione a non superare 10 persone a tavola. Gli scienziati suggeriscono di rispettare il distanziamento e l’obbligo di mascherina quando non si sta a tavola, in ogni caso di proteggere gli anziani e le persone con fragilità. Il giorno di Natale, il 26 e il 31 dicembre i ristoranti saranno aperti per il pranzo. La messa di Natale potrebbe essere fissata alle 20, in ogni caso la Conferenza episcopale ha già raccomandato alle diocesi di programmare funzioni durante tutta la giornata per favorire la partecipazione scaglionata dei fedeli.
La neve
Il Dpcm che entra in vigore il 4 dicembre conferma il divieto di aprire gli impianti da sci e introduce il divieto di aprire le piste. Una misura decisa per evitare «le vacanze sulla neve». Il governo aveva annunciato di voler creare un coordinamento con l’Unione Europea per avere regole uguali in tutta Europa, ma l’Ue ha specificato che si tratta di scelte effettuate da singoli Stati e dunque ogni governo potrà regolarsi come ritiene opportuno. In Italia si è deciso comunque che sarà vietato sciare e sono state respinte le richieste di governatori e operatori del settore che avevano presentato linee guida con capienza al 50% delle funivie, uso delle mascherine obbligatorie sugli impianti e distanziamento per chi sta in fila. Misure ritenute non sufficienti ad evitare i contagi.
San Silvestro
La sera di Capodanno gli alberghi saranno aperti ma dovranno tenere chiusi i ristoranti interni: sarà consentita soltanto la consumazione in camera.
Il divieto è stato inserito nel nuovo provvedimento sulle festività per impedire che le persone possano prenotare la stanza e poi organizzare feste e cenoni all’interno degli hotel, come del resto è già accaduto in numerose città e paesi. Per la notte dell’ultimo dell’anno scatta lo stesso orario valido per i bar e i ristoranti che si trovano nelle zone gialle: chiusura alle 18. Nelle zone rosse e arancioni bar, ristoranti rimangono chiusi per l’intera giornata. Alla fine si è deciso che gli alberghi di montagna potranno rimanere aperti ma con le stesse regole previste per il resto d’Italia e dunque con i divieti per il veglione.
I negozi
I negozi potranno rimanere aperti fino alle 21. La decisione di allungare l’orario è stata presa per scaglionare gli ingressi ed evitare file e assembramenti. Saranno riaperti nel fine settimana e nei giorni festivi anche i centri commerciali e i grandi magazzini. È ancora in discussione la possibilità di consentire nelle zone rosse la riapertura di quegli esercizi commerciali finora vietati. Per evitare l’affollamento delle vie dello shopping governatori e sindaci potranno emanare ordinanze per chiudere strade e piazze, ma anche posizionare distanziatori nelle vie di maggior affluenza che consentano soltanto il passaggio di un numero limitato di persone. Il Viminale ha già sollecitato prefetti e questori di intensificare i controlli in tutti i luoghi per garantire il distanziamento.
I viaggi
Chi
rientra dall’estero prima del 20 dicembre dovrà sottoporsi a tampone
obbligatorio se torna dagli Stati per cui è già previsto l’obbligo di
test.
La lista comprende Belgio, Francia (inclusi Guadalupa,
Martinica, Guyana, Riunione, Mayotte), Paesi Bassi, Repubblica Ceca,
Spagna (inclusi territori nel Continente africano), Regno Unito e
Irlanda del Nord. Chi invece torna in Italia dopo il 20 dicembre dovrà stare in quarantena per dieci giorni, qualsiasi sia lo Stato di provenienza.
Una regola introdotta per evitare che si ripeta quanto accaduto in
estate e come deterrente per chi ha programmato di andare a sciare in
quei Paesi che hanno deciso di lasciare impianti e piste aperte, tra cui
l’Austria, la Svizzera e la Slovenia. Anche Francia e Spagna potrebbero
consentire lo sci.
La scuola
Si discute ancora sulla possibile riapertura dei licei, ma sembra difficile riaprire tutte le scuole in presenza il 14 dicembre. Più probabile è che le lezioni ricomincino in classe anche per le superiori dopo l’Epifania, dunque lunedì 11 gennaio. La ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha comunque annunciato che nel Dpcm in vigore dal 4 dicembre «ci saranno misure per un graduale rientro a scuola al quale stiamo lavorando in queste ore». Intanto rimane la frequenza per elementari e medie così come già stabilito. Rimane l’ipotesi di affidare ai prefetti il compito di riorganizzare il trasporto pubblico per scaglionare le presenze bus e metropolitane ed evitare che il ritorno nelle aule degli studenti possa far risalire la curva epidemiologica.
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