Infrastrutture pubbliche: c’è l’elenco delle opere, ma non i commissari. Solo per Milano si corre
di Andrea Bassi
Bisogna fare presto. Ma non troppo. Anzi. Meglio procedere con cautela. «Adelante Pedro, ma con juicio», come direbbe il Manzoni. Insomma, la storia dei commissari per sbloccare le opere pubbliche in Italia, rischia di diventare paradigmatica del perché invece, i cantieri vanno a passo di lumaca. La notizia, che potrebbe persino apparire buona, è che il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha trasmesso in Parlamento l’elenco delle opere pubbliche da accelerare attraverso la nomina di commissari dotati di pieni poteri. Il decantato modello Genova, insomma.
La verità è che la lista delle opere è arrivata in Parlamento con sei mesi di ritardo e, ancora, senza l’indicazione del nome dei commissari che dovranno accelerare i lavori. Resta, insomma, l’impressione che l’unico sprint il governo sia riuscito a compierlo solo per sbloccare il miliardo di euro (il decreto è già stato firmato) da destinare agli interventi su strade e ferrovie lombarde in vista delle Olimpiadi invernali di Milano e Cortina del 2026.
La trasmissione in Parlamento dell’elenco delle opere da commissariare, invece, è arrivata in zona Cesarini. Il governo ha tempo fino a fine anno per adottare i Dpcm per il commissariamento, ma dovrà comunque attendere i 15 giorni che le Commissioni parlamentari competenti hanno a disposizione per esprimere il loro parere.
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